29 dicembre 2013

Cinismo postnatalizio.


- Oh! Che begli occhioni che hai in quella foto!
- Grazie, invece tu hai sempre la faccia come il culo.

26 dicembre 2013

Di zavorre e me.

Sappiate che voglio parlare di qualcosa di serio. [tutti in coro: nuooooohhh!] Sì.
Non ho nessuna intenzione di fare post natalizi anche se io AMO il Natale; parlerò di qualcosa che di certo assume in questi giorni una certa importanza: la pancia.

Ecco, dovete sapere - piccola parentesi - che dal 2011 alla scorsa primavera ho perso all'incirca 23 chili.
Questi periodi dell'anno sono quelli in cui salgo sulla bilancia e mi autoconvinco che quella tacca in più che vedo è perché i calzettoni che indosso sono pesantissimi, senza contare il fatto che non ho ancora fatto la cacca. Eheh. No, vabbè. [Sì, è così]

La cosa che sempre mi stupisce sono le foto. Ancora non mi riconosco senza quei 23 chili in meno (e badate che non ho scritto "non mi riconosco più magra", cosa pensata, questa). La faccia, il collo, le spalle hanno tanta massa in meno, eppure mi vedo ancora come quella ranocchia con un po' di gozzo di prima.
Se entro in un negozio, ad istinto, afferro in media i capi di due taglie in più della mia. Ho passato mesi in cui prendevo in mano la L e poi tornavo in reparto a cambiarla con la M. C'è di solito accanto ai camerini l'appendiabiti per i capi sbagliati, ma ho sempre voluto fare quella strada a piedi per rimetterlo a posto, come a dirmi "Vedi che se la prendi subito più stretta poi non ti tocca tornare indietro". 
Ora va meglio, sto quasi uscendo da questo loop.

Eccezion fatta per l'altro giorno - in cerca di una camicia con Fratellopaziente -, che la vedo là, bella verdebosco a quadri e dico "E' lei!". E poi prendo la taglia più larga che ci sia, la 44.
Beh. Fratellopaziente è davvero paziente. Dopo aver impersonato con quella camicia 44 uno dei Barbapapà [Barbamarty] da tanto mi faceva da camicia da notte della nonna, gli ho fatto prendere una 40. Poi una 38. Poi una 36. Bon. Avrei potuto provare la 34, ma di seno non sarebbe andata bene. E poi Fratellopaziente in quel momento non sembrava COSI' paziente, porello.

Dai, è pure verde.

Un paio di ragazzi (un paio eh) si sono azzardati a dirmi "Sei bella". Li ho fulminati. Ho risposto "Io non sono bella!". Uno dei due mi ha detto "Allora sei brutta!". "Io non sono nemmeno brutta", gli ho ribattuto. "Ok, allora sei..una cosa, va bene così?". Sì, andava bene. [Ciò non toglie che sei stato e resti un Uomodimerda, ma lì mi hai fatta ridere].
E' quello il punto: che io non mi trovo brutta, ma non mi trovo bella, e forse se non avessi avuto la zavorra di quei 23 chili in più (una zavorra che mi porto ancora in giro virtualmente) mi sarei trovata bellina.

Boh. Non so che scopi avesse questo post. 
Forse confermare quello che si dice, che un grasso resta sempre grasso nel cervello. 
E' la verità eh, non ci si scappa.

21 dicembre 2013

C'è sempre qualcosa dietro

Correva il Natale 2012.
Nella mia stanzina donavo biglietti colorati che auguravano buone feste ai miei pazientini, e alcuni di loro portavano in cambio un piccolo pensierino.

Arriva il turno di XYZ.
Capelli lunghi, fiocchi vistosi, posto fisso nel coro ecclesiastico e matite portate da casa con disegni di pecorelle e il motto "Il Signore è il mio pastore".
La mamma si avvicina.
- Mardiina, un biccolo penzierino! -. La ringrazio e le assicuro che lo aprirò appena entrata in stanza con la bambina, dicendo che comunque non avrebbe dovuto farlo. Non immagino quanto REALMENTE non avrebbe dovuto farlo.

Una rosa  color rosa antico finta, con i bordi punteggiati da brillantini dorati (che finiranno puntualmente dappertutto).
Un calendario 2013, dal titolo "365 frasi della Bibbia, giorno per giorno. Riscopriamo insieme il Vangelo e le parole di Dio".
Sul cartoncino posteriore, con una calligrafia tremula, un augurio che mi commuove: "Il Signore ti benedica, Martina. Grazie per tutto ciò che hai fatto per XYZ".
E un po' mi sento merda eh.

Date le premesse, cercate di capire con quale stato di angoscia io abbia affrontato l'arrivo, quest'anno, di XYZ (capelli un po' più corti ma sempre tanti fiocchi e un'inclinazione per il canto sacro) con un pacchettino per me. Dice "èpèttè" (trad: è per te). "Grazie!", rispondo deglutendo. Lo apro.
No dico: uno smalto verde petrolio. Una matita per occhi verde brillante. Una stecca di cioccolato al latte. Un calendarietto portatile.
Alzo la testa ammutolita. Non capisco. Poi, in un lampo di lucidità, mi viene un'idea.

Giro il calendarietto e sorrido, sollevata. Una scritta in grassetto fa capolino ammiccante:
"SEI DAVVERO SICURO DELLA TUA SCELTA RELIGIOSA?".

C'è sempre qualcosa dietro! (cit.)
Subdoli. 
Subdoli cristiani portatori del messaggio di Dio: non mi avrete mai!

16 dicembre 2013

Dettagli

- Il mio ragazzo mi ha già detto cosa mi regalerà questo Natale..
- E cioè, cioè??!
- Un cazzo.
- Ahh, carino..
- Già.

- ...ma vero? O di gomma?

14 dicembre 2013

Spariamole grosse #2

Non mi interessa che:
- il pulsante di spegnimento/illuminazione schermo del mio cellulare verde si sia rotto dopo solo 11 mesi;
- io abbia deciso di metterlo in riparazione e comprarne uno nuovo (marca orientale, se vale quanto le loro cerette...);
- io abbia lasciato (complice la CASSIERASTORDITAFACCIADIEMME) la carta del MarcoPolo là dopo una giornata di corso intensivo sul metodo ABA con un docente simpatico quanto una famiglia di ricci attaccata al cu--;
- il PC mi sia quasi suicidato;
- Whattsapp (o come diamine si scrive) mi scada fra un giorno e la mia PayPal non si sia ancora ricaricata e mi serva Whattsapp (o come diamine si scriva) per comunicare con Uomodimerda;
- Uomodimerda non mi caghi (a questo punto, il punto precedente sembrerebbe quasi perdere la sua NON importanza, ma sono sicura che se alzassi bandiera bianca Uomodimerda mi cagherebbe istantaneamente);
- i miei famigliari mi facciano incazzare;
- avrei bisogno di tempo per preparare il mio concorso mentre sembra che io debba fare sempre duemilacinquecentosessantasei cose, anche per gli altri che non fanno una sega;
- abbia appena spatasciato in terra (e addosso a me) un cupcake di Santa Lucia pieno di panna e pallini colorati;
- senta paurosamente forte l'aorta a sinistra dell'ombelico che tra poco mi farà da massaggio cardiaco quando mi verrà un infarto.

No. Non mi interessa.
Devo vomitare. 
Probabilmente bile.
O l'aorta, giusto. L'aorta.

12 dicembre 2013

Ti amo.

Lo so. Non sono sempre buona con te.
Spesso ti maledico mentalmente, spesso ti strattono e prendo in giro la tua Vista.
Ho adocchiato qualcuno di più magro e più giovane, lo ammetto. Ho pensato, burlona, "..una bella novità sotto il periodo natalizio non sarebbe male". Qualcuno da poter toccare con mano, intendiamoci.
Ultimamente ho ripreso possesso di tante cose (foto, frasi, ricordi) strappandotele e posizionandole in una scatoletta che fa bella mostra sulla scrivania. Fa cilecca con la memoria, tu. A volte, mentre mi parli ti blocchi, come fossi attento ad altro..come se tutto fosse difficile per te, estremamente.

Sì. Non sono sempre buona con te.
La verità è che poco fa stavi per farti male sul serio, e l'eventualità mi ha spaventata terribilmente.
Ho ripensato, in quel bel metro abbondante, agli anni passati insieme; alle cose che con te sono nate, cresciute, divenute importanti. A ciò che mi hai fatta diventare, a quando mi hai aiutato nel periodo dell'università, a quanto mi aiuti ora allietandomi i pomeriggi e permettendomi di fare ciò che meglio so fare: scrivere. Mi hai sempre appoggiato, tu. Nemmeno io ci credevo, eppure bastava che m'indicassi con un cenno la porta da socchiudere e mi lasciavi sfogare, il volto sempre illuminato verso di me.

Dicono che quando qualcuno passa con un altro individuo tanto tempo, finisce per assomigliarlo.
E' la verità: sei un sopravvissuto tu; come me. Ti avevo tra le braccia e sei caduto in terra, precipitando proprio sull'angolo della batteria appena dopo esserti sorbito le mie lamentele per i tuoi aggiornamenti all'arresto del sistema. Eri a un aggiornamento su 4. Terribile.
Sei caduto sulla mattonella con un gigantesco tonfo. Eppure sei rimasto acceso. Hai completato i 4 aggiornamenti e ti sei spento. Allora ti ho accarezzato e ti ho riacceso. Sì, hai una Vista rallentata. Velocità lumachica. Ma ti sei acceso. E i tuoi tasti funzionano bene, i programmi anche, i cristalli dello schermo sono perfetti.

You're a survivor. Yup, bro'.

Ed è stato lì che ho realizzato: io non posso fare a meno di te; tu sei proprio forte. Sei un ganzo.
Io ti amo, caro computer portatile dell'anteguerra pieno di polvere e di briciole di patatine.

Ti amo.

8 dicembre 2013

C'è-retta? No, siamo in curva [Ah.ah.ah.]

Ho già avuto modo di condividere con voi gli acquisti sfortunati di "una tizia qualsiasi".
Ebbene sì: passati mesi, i suddetti acquisti non tardano a ripresentarsi, ammiccanti (Fig. A).

Fig. A
La tizia qualunque si trova in uno di quei negozi dove puoi trovare tuttotuttotutto proprio tutto ciò che ti serve (tipo gli slip per il criceto o lo sparabolle da giardino) ad un buon prezzo e senza sentirsi in colpa nei confronti della magra busta paga. Insomma: dai cinesi.
Soddisfatta dell'esperienza maturata - un paio di mesi prima - nell'acquisto del prodotto target in una delle numerose filiali della stessa catena commerciale (vedesi cinesi di Crema, proprio sopra al Mac: in una botta sola un colpo alle coronarie e uno al portafogli), la tizia qualunque si aggira baldanzosa per i reparti.
Fatica un po' a trovare il prodotto, si domanda se davvero sia possibile che la filiale cremasca sia più fornita di quella cremonese, poi Fratellopaziente protende l'indice verso un remoto angolino della corsia "bagno & Co": ECCOLA LI'!
La suddetta tizia qualunque ne era certa: ci sono addirittura tre varianti di tre differenti colori e lei - con mossa sicura senza nemmeno leggere le differenze (così, a naso, l'istinto è ciò che si deve sempre seguire care/i amiche/amici) - afferra la scatola verde. Sono loro: le strisce depilatorie per pelli sensibili, efficaci sui peli corti!!! (Fig. B.)
Fig B.
La tizia qualunque paga soddisfatta i 7 euro e rotti del prodotto. Dice anche "Grazie mille!" e "Buona domenica" alla cassiera che la osserva coi suoi occhi a mandorla.
Non sa ciò che la aspetterà una volta che deciderà di utilizzare le strisce sulle sue gambe una volta tornata in quel di Crema. Toglierà i leggins e dirà "Miei cari peli superflui, vi ho lasciati crescere rigogliosi pregustandomi questo momento, ma stasera è il momento di levarsi dai torroni". Afferrerà con sadismo la prima coppia di strisce, scaldandola amorevolmente tra le mani. Tenterà di separare i due lembi e...STRAP!

1. lo strato appiccicoso (deliziosamente verde prato) rimarrà attaccato ad un'unica striscia, rendendone impossibile l'utilizzo;
2. tizia qualunque penserà che è colpa del freddo, così posizionerà le strisce sul calorifero (d'altro canto il termostato in casa segnava 11.8°C al rientro dopo 4 giorni di assenza);
3. dopo un paio di minuti sogghignerà vedendo che il metodo ha proprio funzionato: ora lo strato appiccicoso si è separato perfettamente (quasi si sentirà Mosè davanti al Mar Rosso, dannazione!!);
4. farà aderire la striscia al polpaccio e STRAP! Vedrà comparire una sagoma verde perfettamente rettangolare sulla sua pelle, che manco i ballerini di Maria con gli strappi muscolari c'hanno 'sta roba;
5. Inveirà in cinese (per essere sicura che le strisce capiscano, Fig. C.) mentre tenterà di scollare quell'abominio dalla sua pelle e un numero imprecisato di peli (più o meno una trentina) verrà estirpato lentamente (mooolto lentamente), in massima tensione, dalle sue carni.

Fig. C.
Concluderà che quell'esatto prodotto target doveva essere piuttosto vecchiotto. Mai fidarsi dei prodotti posti in angoli remoti, in mezzo fra Spike il ragno equilibrista e Cheddar il topolino coraggioso. Meglio scegliere quelli ben in vista alla cassa, anche se disponibili in meno varietà. Anche se non fossero verdi, buon Dio!
E quella sera, osservando quella selva selvaggia et aspra e forte, la ragazza qualunque sopirerà mestamente, aprendo l'antina in bagno e ripiegando sulla assai più affidabile lametta Venus.

PS: che anche lì ce ne sarebbero da raccontare eh. 
Ma va beh.

5 dicembre 2013

E se domani.

E se domani nessuno sapesse realmente come stai?
E se domani capissi che non ti importa così tanto?
E se domani mancassero anche le forze per respirare?
E se domani fermarsi e pensare fosse letale?
E se domani, all'improvviso, quella mancanza si facesse sentire?
E se domani resistervi facesse peggio di una testata al muro?
E se domani ti sentissi una foto sfocata? 

..e se domani io non potessi rivedere te?
Mettiamo il caso che ti sentissi stanco di me:
quello che basta all'altra gente non mi darà
nemmeno l'ombra della perduta felicità..

E se il domani, un giorno, arrivasse davvero?