1. L'uomo, per sopravvivere, necessita di cambiamento. Grazie al cazzo, direbbe Darwin.
2. Se esci tardando dal lavoro dopo esserci stata 11 ore, hai il ciclo simil cascate del Niagara e le scarpe rotte ti fanno sanguinare i piedi, non hai comunque il diritto di sederti sul marciapiede e piangere come una bambina (anche perchè un ciclista ti potrebbe falciare all'istante, incurante della tua esitenza. Insisto, sì).
3. A volte ci si accorge di essere ottimi ascoltatori e pessimi oratori.
4. Riformulo: io non ho le parole necessarie per parlare a qualcuno davvero di come sto.
5. Vorrei avere il tempo di organizzare le idee che mi ronzano in testa in un elenco tipo quello che sto scrivendo ora.
6. L'amore, quello vero e forte e profondo, quello che non avevo mai provato, ultimamente mi sta salvando la vita.
7. Alle persone, in generale, non è che freghi molto.
8. Va bene, proviamo anche questa maschera anti stress al salice bianco e BIO timo. Se è bio, fa bene, no?
9. Quanto è difficile essere entusiasta quando vorrei solo nascondermi sotto il piumone con uomo e gatto che mi si accoccolano intorno?
10. Non ho tempo.
11. Ho dato un'occhiata a master e corsi di specializzazione. Perchè l'ho fatto? Io. Non. Ho. Tempo.
12. Internet può essere un mezzo eccezionale. Devo racimolare idee e coraggio e farmi avanti.
13. Voglio scrivere, cantare, creare di più.
14. Non voglio "vivere". Voglio vivere.
15. Ripetersi le cose aiuta a fissare i concetti.
16. Non voglio "vivere". Voglio vivere.
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25 settembre 2016
1 settembre 2016
Ed ora via.
Diciamola tutta.
Esiste il tempo per gli artisti maledetti, cupi e saccenti, che ti sbattono in faccia la loro arte e se provi ad accoglierla con positività ti mandano a fare in culo. Quelli che si fanno del male e dal loro male costruiscono una fortuna; quelli che fanno del male pure a te nel momento in cui ti avvicini. Quelli distruttivi, che la distruzione va accolta come risorsa ed ispirazione e se non li capisci tanto meglio, vuol dire che stanno facendo bene il loro mestiere. Quelli che se anche la forma non è perfetta, il contenuto è una bomba della miseria, quindi il resto lo si lascia passare.
Ecco. Poi c'è il momento in cui realizzi che il tuo artista tormentato ce l'hai avuto, e a dire il vero non è stata tutta 'sta meraviglia. Arriva il momento che sì: il mondo fa schifo e la vita è ingiusta e patiamo tutti insieme ma mi avete pure sfrangiato i maroni, poeti maledetti di stocazzo.
Lì si inizia ad apprezzare un altro tipo di artista, quello che sta nel suo cantuccio e le cose non te le urla in faccia, ma le sussurra. E usa parole delicate perchè conosce l'effetto che potrebbero avere e non ci tiene a sciupare le occasioni. Quello che con meno decibel esprime comunque concetti buoni e giusti, risplendendo della modestia rara e meravigliosa di chi sa di essere fortunato.
Io ho fatto la mia scelta, insomma.
Il rumore dell'acqua del mare, non della birra nel bicchiere.
La descrizione di un gesto, non di un incubo allucinato.
Melodie, non strozzature.
Le parole di tutti i giorni, non l'Enciclopedia Treccani.
Darsi tempo, non correre a perdifiato.
Che il segreto della cura è la magia, mica la morte.
Gli altri, per dirla a modo loro, "mi hanno rotto i coglioni".
Quasi come i ciclisti sul marciapiede, o forse di più.
Esiste il tempo per gli artisti maledetti, cupi e saccenti, che ti sbattono in faccia la loro arte e se provi ad accoglierla con positività ti mandano a fare in culo. Quelli che si fanno del male e dal loro male costruiscono una fortuna; quelli che fanno del male pure a te nel momento in cui ti avvicini. Quelli distruttivi, che la distruzione va accolta come risorsa ed ispirazione e se non li capisci tanto meglio, vuol dire che stanno facendo bene il loro mestiere. Quelli che se anche la forma non è perfetta, il contenuto è una bomba della miseria, quindi il resto lo si lascia passare.
Ecco. Poi c'è il momento in cui realizzi che il tuo artista tormentato ce l'hai avuto, e a dire il vero non è stata tutta 'sta meraviglia. Arriva il momento che sì: il mondo fa schifo e la vita è ingiusta e patiamo tutti insieme ma mi avete pure sfrangiato i maroni, poeti maledetti di stocazzo.
Lì si inizia ad apprezzare un altro tipo di artista, quello che sta nel suo cantuccio e le cose non te le urla in faccia, ma le sussurra. E usa parole delicate perchè conosce l'effetto che potrebbero avere e non ci tiene a sciupare le occasioni. Quello che con meno decibel esprime comunque concetti buoni e giusti, risplendendo della modestia rara e meravigliosa di chi sa di essere fortunato.
Io ho fatto la mia scelta, insomma.
Il rumore dell'acqua del mare, non della birra nel bicchiere.
La descrizione di un gesto, non di un incubo allucinato.
Melodie, non strozzature.
Le parole di tutti i giorni, non l'Enciclopedia Treccani.
Darsi tempo, non correre a perdifiato.
Che il segreto della cura è la magia, mica la morte.
Gli altri, per dirla a modo loro, "mi hanno rotto i coglioni".
Quasi come i ciclisti sul marciapiede, o forse di più.