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Sei tornato quasi rinvigorito, dissetato, senza una minima consapevolezza di ciò che quei giorni hanno significato per me.
La colpa, di nuovo, non esiste. Mi hai insegnato a farla cadere dalle spalle come uno zaino troppo pesante da trasportare e quindi da abbandonare a terra senza troppe smancerie. La colpa non esiste, dicevo: non è né tua né mia.
Non sai, semplicemente, cosa implichi gestire l'assenza di qualcuno senza poter minimamente conoscere la sua localizzazione, il suo stato di salute, la sua integrità fisica. Non sai quanto terribile sia ignorare se quell'individuo condivida ancora la sua esistenza con te, sulla Terra. Cosa rappresenti il soppesare le ultime parole dette - spesso a vanvera - le azioni fatte e soprattutto quelle non fatte.
Sono cambiata di nuovo, in un clic. Quali sono le cose davvero importanti, ora? Cosa sono disposta a perdere e cosa no? Cosa desidero in modo davvero simile ad assaggiare quelle increspature sulle tue labbra?
Da cosa devo partire? Da cosa devo ripartire, di nuovo?
C'è così tanto silenzio che mi sembra di morire.
Il tuo amore verso l'altro ha determinate necessità che se non vengono soddisfatte dovrebbero portare a un taglio radicale. Non è una questione di colpe, ma di esigenze ignorate.
RispondiEliminaPrivarsi dell'anima è qualcosa da evitare assolutamente.
Ciao Martina.
Esattamente, Augusto. Esattamente.
EliminaNon è possibile comprendere a pieno cosa sto dicendo qui (per forza di cose, deve essere così) e credo che tu abbia un'idea diversa rispetto alla realtà, ma ti assicuro che è come dici tu. La frase sull'anima è della canzone (splendida) di Carmen Consoli che provo a cantare. Ti sorrido.
Come diceva Jovanotti "Mi fido di te, cosa sei disposto a perdere? Ho provato anche io quell'assenza provocata e il non sapere come sta l'altro, cosa respira senza me, come apre e chiude gli occhi. Pessima sensazione. E le colpe sono sempre nello zaino altrui, sulle spalle di chi se le porta dietro, anche solo per sentirne il peso acre.
RispondiEliminaCerto nessuno può suggerirti da dove e come ripartire.
Ma quanto ognuno sia disposto a perdere, gioca carte fondamentali.
Mi trovo nuovamente in questo esatto punto, essendoci arrivata seguendo un altro tragitto ed essendo circondata da un altro paesaggio. Ma lo riconosco, ed è un punto in cui in precedenza mi sono spogliata di tutto. Ora devo capire cosa sono disposta a perdere e quanta sofferenza possa portare nelle persone a cui voglio bene. È complesso.
EliminaFranco, non ci son colpe. Ognuno di noi ha una soggettiva visione dell'amore. Chi vorrebbe di più perde solo tempo e accumula delusione. Si fa del male perché nessuno cambia in meglio. A volte per un amore si prendono decisioni drastiche sulla propria vita e tornare indietro diventa quasi impossibile.
RispondiEliminaSei diventato amministratore? .. carino che sottolinei che "ognuno di noi ha una soggettiva visione" ;)
EliminaHo un amico sposato che dice di adorare la moglie, ma quando gli capita qualche ragazzina, la scopa tranquillamente. Dice che ha la stessa valenza di un gustoso brodetto di pesce con 35 specialità.
RispondiEliminaPer farsi amare da una come te quell'uomo, oltre ai difetti, dovrebbe avere grosse qualità. Resta quello che sei e con pazienza si arriverà alla soluzione migliore.
RispondiEliminaUn sorriso.
Ognuno, in media, ha grossi difetti e grosse qualità. La soluzione migliore non arriva da sé, altrimenti è pantano, non vita. Certo che resto ciò che sono, ciò che cambio è perché il tempo e l'esperienza lo implicano.
EliminaForse quel commento era diretto a me per tranquillizzarmi.
EliminaCiao Martina.