Ci sono semplicemente momenti in cui è necessario essere poco clementi con sé, come ho scritto anche altrove. Darsi uno o due schiaffoni in piena faccia per poter assorbire la vibrazione e il dolore dell'impatto. Portare il proprio fisico al limite per assaporare tutte le conseguenze nei giorni successivi.
Sono riflessioni che spesso dopo una giornata in montagna mi riservo di fare. Sempre, ogni volta, con la certezza di essere una di quelle persone che guardano le rocce sotto ai propri piedi, invece del panorama, se non in discesa. Guardo ogni passo che faccio, lo avverto dentro di me, inspirando ogni dolore nell'esterno coscia, nelle vesciche sui piedi, nelle labbra scottate e nell'arsura in bocca. Come se fosse una terapia.
Rifugio Tita Secchi |
Lago della Vacca |
bella gita, l'abbiamo fatta anche noi un paio di anni fa. Però non hai fotografato la vacca, la vera icona di questo posto :-)
RispondiEliminaÈ perché ero impegnata a tentare di respirare, frog ;)
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