Ero calma mentre parlavo con V., il mio psicologo, stamattina. Ero appoggiata allo schienale della sedia e avevo le gambe incrociate, cosa per cui mi avrebbe ripresa, se solo lo avesse intuito. Ma lo schermo mi inquadra dal petto in su, di solito.
Mi ha sentita raccontare tante cose, poi ad un certo punto ha chiesto se avessi mai giocato a nascondino, da piccola, perché a volte è come quando batti la mano su "tana libera tutti". Ci sono posti sicuri, posti ai quali sappiamo di appartenere; tane, appunto.
Possederne uno (o più di uno) non è scontato. C'è chi non si sente a casa in nessun posto. Mai.
Quindi sapere che c'è un luogo dove siamo liberi di tornare e che ci permetterà di sentirci bene è una fortuna. Sapere che ci sono le nostre persone, lì, è una fortuna. Poterci riparare, salvare, riposare, fermare lì, è una fortuna.
Indipendentemente dal fatto che V. mette le cose sempre in un modo in cui non si può non essere concordi con lui, stavolta (come se le altre volte non finisse mai così) ho anche pianto molto. È un po' come aver girato pagina e cambiato capitolo, e mi fa strano.
Eppure quella tana lì non è stata coperta affatto dalla cellulosa, perché è uscita dal libro e mi si è posizionata dentro.
E fa bene.
Fa bene saperlo.
Sentirlo.
La domanda a sto punto è d'obbligo: perché non si possono incrociare le gambe ?
RispondiEliminaMi hai fatto ridere molto. Hai ragione, non lo spiego, ma la realtà è che non posso incrociarle io. Ho bisogno di tenere i piedi per terra, di sentire la sensazione del pavimento sotto le piante, starci attenta. Scappo sempre dal "qui ed ora". È solo un modo per stare ancorata al presente. Ma tu puoi, se vuoi, a V. non dire che te l'ho concesso io, però. Ti sorrido.
EliminaIl mio star bene nel saperlo passava dalla libertà di poterlo ammettere a me stessa. Ha fatto piangere anche me, quella libertà.
RispondiEliminaSì. Ti sorrido. 💚
EliminaCiao intanto. Chissà se arrivi da me per la mia puntata a g_g. Mi piace conoscere gli incroci del web. Ma se uno non ce l'ha la tana? Dove torna, Da chi torna? Forse non parte? Sta bene comunque? O non è quel che bene di chi ha la tana? Ad eesmpio ho sempre un po' invidiato quei miei amici o compagni di scuola prima e di lavoro poi che dicevano "domenica vado al paese". Io mai avuto un paese mio con radici, parenti, nonni, galline. Al massimo mi ci mandavano, a quel paese, ma non credo sia quello terapeutico.
RispondiEliminaAhah. Mi hai fatta sorridere.
EliminaIn realtà è da qualche settimana che ti leggo in silenzio. Ho ripreso in mano il mio blog dopo anni di assenza o fugaci riapparizioni, perché mi sono imposta una sorta di costanza nel raccontarmi, sperando che mi faccia del bene.
Secondo me le tane ce le costruiamo, in un modo o in un altro. Concrete o astratte. Ad esempio, la scrittura potrebbe esserlo, un po'. In fondo.
Sorrido. Grazie.
Mi segui?! sei una stalker? certo che scrivere è una tana, ma con la luce altrimenti è complicato.. ;)
EliminaCause tecniche hai un widget blogroll tutto per te sul mio blog.. ahahah
RispondiEliminaMa..ecco: da quando ho ripreso in mano il blog e ho iniziato a seguire nuovi blog (tipo il tuo), non mi appaiono più automaticamente nel widget laterale. Volevo risolvere la cosa ma ho fatto dei pasticci (credo ahah) e ora compaiono solo due blog tra tutti quelli che seguo (quelli che sono rimasti vivi tra quelli che seguivo anni fa). Adesso ci riprovo. Magari da PC. La dannata visualizzazione da Smartphone complica tutto...
EliminaIo faccio casino già sul PC, sullo smartphone potrei causare un conflitto mondiale..
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