21 settembre 2014

Para-paranoie

Unghie nella mano, due lune rosse che mi fissano e aprono la bocca. Respiro a cercare luce verde che non arriva, battito in gola e voglia di abbattere tutto e tutti con tutta me stessa e farmi male, quel male che so riesce a far tacere voci, che parlano anche con la musica in sottofondo e io odio. Perchè mi sento fragile, molle, stupida, nuda, fianco che svela, fianco che invita, fianco che chiama lancia e io muoio. Trafitta. Rido e non volto pagina. Rido e voglio picchiare. Rido e no: non rido. Piango fiumi e cerco un perchè, una soluzione plausibile, un orario che non mostri ciò che non voglio vedere. Attendere, l'attesa uccide. Molte cose uccidono. Molte cose. Uno più sei più due più otto. Diciassette. Sette. Pensa, perchè non pensi che io muoio? Perchè non pensi che ho bisogno? Qui immersa in un borotalco non mio e che mi pare di sentire labbra sul naso? Respiro che fa fatica ad entrare perchè pesa. Largo, slarga, infiltra, goccia che cade e tu non ci sei. E dico subito. Conto fino a dieci. E se è un mettermi alla prova muori. Ti uccido. Ci sono già io che mi metto alla prova ogni giorno e mi ammazzo. Sarà che non l'ho mai cercata la felicità.
Hanno tutti mostri sotto al letto.
Mostri sotto il letto.


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