29 novembre 2013

Learnings #3

Basta vecchi learnings, è ora di elencare i nuovi.

1. Mi piace avere il naso congelato alla mattina, sfrecciare sul marciapiede con la musica sparata nelle cuffiette verdi e vedere la nuvoletta davanti alla bocca. Sto in fissa per i cristalli di ghiaccio sul vetro della macchina (che non guido, meglio camminare).
2. Mi piace l'idea eventuale di stravolgermi completamente. Starmi attivando per farlo. Non è vero che sono statica, quindi.
3. Mi piace l'idea di andarmene.
4. Odio la vicina di sopra che non conosco e che fa la lavatrice nonostante sia stata avvisata della perdita e la macchia d'acqua sul soffitto diventa una tavola sperimentale da aggiungere al test di Rorschach.
5. Mi piace pensare "nonmenefotteuncazzo" ed agire di conseguenza.
6. Adoro vedere i pezzi di me che riesco a lasciare in certe persone, sono soddisfatta nel riprendermi quelli che non voglio più che stiano dentro ad altre persone.
7. Amo liberarmi dei pesi morti dopo mesi.
8. Mi fa incazzare vedere chi amo di più sempre più triste e demotivato.
9. Mi fa contenta vedere che c'è chi inizia nonostante la crisi, mi rende orgogliosa.
10. Mi rende ansiosa riprendere in mano vecchi libri e respirare i ricordi che sono imbrigliati sotto la copertina.
11. Mi disillude la realtà, sotto certi aspetti non ho voglia di ricominciare né di rimettermi in gioco. Me ne sto nascosta sotto i miei strati e non ho voglia che nessuno me li tolga. Ho il laser in mano. E ho intenzione di bruciare chiunque ci tenti.
12. Ho voglia di prendermi a schiaffi o di tirare una testata al muro, ma non lo faccio perché non è cosa buona.
13. Domani hanno messo neve. Tutti sperano che non succeda, ma io spero che venga giù un quintale e mezzo di neve. Amo la neve. La neve è magia e per non pensare ai problemi un po' di magia ci vuole.

Let it snow, let it snow, let it snow.

25 novembre 2013

Ferma.

Alias: "Non ti muovere"

Lui la violenta. Lei vive in una catapecchia lasciatale dal nonno che tra poco dovrà lasciare. Resterà in mezzo alla strada. Da piccola lei subiva abusi dal padre. Poi si innamorano, ma lui ha una moglie. Poi lei resta incinta, ma resta incinta anche la moglie. Allora lei decide di abortire in un villaggio zingaro senza avvertirlo. Alla fine lui decide di essere coraggioso, lasciare la moglie e la neonata e di vivere con lei. Ma lei muore. Il tempo passa e quella che era una neonata è un'adolescente. Fa un incidente e rischia la vita. Lui viene accompagnato dallo spirito di lei, lungo tutto il periodo di sofferenza in cui non sa se sua figlia vivrà oppure no. Poi sua figlia ce la fa e lo spirito scompare. 

QUESTI SONO I MOTIVI PER CUI LA GENTE PIANGE NORMALMENTE DAVANTI AL FILM.

Lei: L'erba cattiva non muore mai.
Lui ride.
Lei: Sai come mi chiamava mia madre?
Lui: Come ti chiamava tua madre?
Lei: Gramigna..
Lui: Io ti amo, Gramigna..
Lei: Se mi prendi in giro io t'ammazzo. IO T'AMMAZZO.

QUESTA E' L'UNICA BATTUTA DEL FILM CHE FA PIANGERE ME.

Sono da guardare solo i primi 50 secondi.
Non sono capace di tagliare i video.
Uff. Che sfigata.

22 novembre 2013

Cul de sac

Ma che poi tipo: uno si rende conto che riesce a fare a meno di quello a cui pensava di non riuscire a rinunciare.
No: non sei in crisi di astinenza, non produci schiuma bianca dalla bocca e non ti senti vuota.
No: non sei in preda a crisi esistenziali chiedendoti se la scelta che hai fatto è quella giusta.
No: non tieni in mano il cellulare in attesa di una chiamata e/o uno squillo che ti possano far cambiare direzione.

Cioè: tutto continua, né più né meno come prima se non meglio, perché alla sera riesci ad andare a letto relativamente presto, hai tempo per scrivere (scri-vehhh-rehhh..), non litighi un giorno sì e l'altro pure, non ti reputi una cogliona perché rincorri felini da convertire al vegetarianesimo in una logica utopica (whatt? QUI). Ti reputi una cogliona per altri motivi, ma quelli sono altri (cari, vecchi) discorsi.

Ecco. Questo è il post che dovrò leggere nel momento del tracollo; che, intendiamoci: se non dovesse esserci non mi mancherà. Ma mi conosco (polla, mascherina), mi conosco.
E so bene che la stanchezza sopisce ogni eventuale comparsa di dubbi. O la subisce infarcendola di menefreghismo. 
E l'attuale tendenza è l'isolamento, il congelamento emotivo, l'ovatta nelle orecchie, le cuffiette cretine che azzerano l'inquinamento acustico. La saldatura. Tenuta stagna. Reazione irreversibile. Cul de sac. Il soldato a testa bassa. La testata contro le mattonelle. La faccia affondata nel cuscino. "Stai bene? Sì (non mi interessa sapere se è vero o no)". 25 giorni a Santa Lucia (Santa Lu/Santa Lu/Santa Lu..cia!). 37 a Natale.



Io credo nello Zecchino d'Oro.
Credo nelle monete di cioccolato.
Credo in Babbo Natale.
Credo nella magia di ogni Dicembre.
Credo nel potere della neve e di chi la fa cadere per me ogni anno.
Credo nella meritocrazia.
Credo negli occhi verdi.
Credo nella stanchezza della gente, che un giorno troverà la forza di ribellarsi.
Credo nella bontà.
Credo nella libertà di dire no.
E io dico NO. Dico NO.

No, cazzo.


18 novembre 2013

Ricetta #3 : we love patata.

Nostalgia-time: Ricetta #1 e Ricetta #2.

INGREDIENTI
- 250 ml di vari spunti a cazzo;
- 1 film intero o parzialmente scremato che avresti voluto evitare ("500 giorni insieme")
- 2 sogni strani (uno tuo, uno su di te ma raccontato)
- 200 g di Torrone (c'è la festa del Torrone sìsìsì fino al 24 novembre sìsìsì il torrone mi fa cagare sìsìsì)
- 1 telefonata
- spesa di 200 euro per far fuori la busta paga a fine dieta (nel senso che è magra ma fingiamo che sia cicciona yeahhh!!)

PROCEDIMENTO (difficoltà ALTA, necessarie almeno 2 mezze giornate)
1. Prendere il Torrone e buttarlo nella spazzatura, o barattarlo con il meloncello per Anna che io sono astemia quindi i liquori non li bevo. 
2. Se lo stomaco brontola, ordinare una margherita con tante patatine (perchè a NOI PIACE LA PATATA), facendo fuori mozzarelline, olive, girelle di formaggio e pomodoro, polenta fritta, crocchette (ALLA PATATA). Si ringrazia Alice per la cena sana e la serata cinema.
3. Ascoltare al telefono il sogno strano per cui si verrebbe paragonati ad una venditrice di magliette del mercato che lascerebbe incustodite le magliette a fine giornata, col pericolo che chiunque possa rubarle dalla bancarella. 
4. Sognare a propria volta di possedere delle tasche di pelle a sinistra del naso, tasche in cui si potrebbero nascondere dei bottoni in eccesso strappati da una camicia a quadri. 

Conclusione: mixare il tutto con minipimer, comprendendo di essere una venditrice obesa di magliette, astemia, con delle tasche epiteliali ai lati del naso, plausibilmente affetta da cleptomania (ma solo nei confronti dei bottoni). Versare il tutto in uno stampo in silicone (sui banchetti della Fiera del Torrone ne vendono tanti, venite a Cremona, orsù, avete tempo fino al 24 novembre). Infornare e far cuocere a forno ventilato per 25 minuti.
Il giorno successivo, per riprendersi, spendere EURO DUECENTO in:
- un cappotto molto figo;
- un hard disk esterno (esagggeriamo, spendiamo un po' di più e arriviamo a un TERA - che fino a due giorni fa credevi che fosse uno degli errori dei tuoi bimbi disortografici che dimenticano sempre le doppie -)
- un giochetto PS3 per Fratellopaziente che mi accompagna nel mio peregrinare fantasioso
- i primi regalucci di Natale (merricristmasssss)
- la benzina della macchina (che, voglio dire, per il pellegrinaggio ce n'è bisogno).
- Ebbasta.

WE LOVE PATATA

Oh. Ma che si sente che sono di buon umore???????

16 novembre 2013

NonPost

Penso, no: data la mia incoerenza (quel vecchio fatto che dico no per dire sì e dico sì per dire no) se vado da Bonolis magari al gioco finale vinco 'na cifra di soldi.

Oh Oh Oh: ma che davero davero?

9 novembre 2013

Messiahhh


- Papà, scusami: perché hai tagliato in tre strisce la sottiletta per poi metterla nel panino identica a come se fosse stata intera?
- Ma no, ma no: gli interstizi tra una striscia e l'altra fanno ingrandire la fetta..vedi?


Ok. Una domanda: perché nessuno ci ha mai pensato?
Mandiamolo nei paesi del terzo mondo, a moltiplicare sottilette.
Lui, Don Guido da Nazareth.
Il nuovo Messiahhh.

7 novembre 2013

Sì no sì no sì no.

Cambio idea in media ogni 10 secondi. Sì.
No, ogni 16 va lah, che 6+1 fa 7 e 7 è un bel numero.
Tra l'altro penso che sia una cosa che non vi interessi.
Però potrebbe anche, visto che sarà qualcosa di condivisibile, a tratti.
Sono stata definita bipolare. Bipolarismo.
Mica è una cosa tipo di politica anche? Bipolarismo.
Quando sono giù sono giù tanto. Quando sono su sono su tanto.
(che mica è vera, la seconda parte)
(quando sono su tutti pensano che sia perché ho bevuto la cioccolata).
Se non sono sana, non posso pretendere relazioni sane.
Che coi normali m'annoio, diciamolo.
Ma voglio qualcosa di normale, di semplice.
Che io cose normali e semplici mica me le meriterò poi?
Devo scrivere.
Che io sono anomala, anormale, bizzarra, inadatta, inadeguata, particolare, strana.
E ho seguito l'ordine alfabetico perché si equivalgono questi termini.
Voglio andare, voglio stare, voglio dormire, voglio attivarmi.
Voglio partire, no voglio tornare.
Voglio star sola, no voglio evitarmi la solitudine.
Gran brutta bestia. Pensassi a qualcosa tipo "scrittura spontanea"
sarebbe questa, né più né meno e a me va bene.
Ma un po' impaurisce. Ma io faccio paura?
Ditemi voi: faccio paura?

Andiamo a pisciar fuori la cioccolata.

Ma ripeto: faccio paura? (che è la cosa più importante, domanda di fondo
..la cui risposta sta poi nel titolo).

NB: Io ho più tette di E.T.



4 novembre 2013

XX

Basta. Ho deciso che mi sono rotta i coglioni per l'ennesima volta di essere il bravo soldatino.
Depongo in terra il fucile e mi siedo su un sasso a piangere.

Basta prese per il culo.
Possibilmente, solo prese per il cuore.


[Ed è subito premestruo (cit.). 
Fottuto, fottutissimo doppio cromosoma X ].

2 novembre 2013

Casi scientifici #2

Seguitando per il filone meteorologico del casoscientifico#1, riporto la definizione presa da dizionari.corriere.it:

NEBBIA: Fenomeno atmosferico consistente in un ammasso di microscopiche gocce d'acqua che si forma, in prossimità del suolo o sopra superfici d'acqua, quando il vapore acqueo si condensa intorno alle particelle del pulviscolo atmosferico, offuscando la limpidezza dell'aria e riducendo perciò la visibilità.
(Fig. A)
Fig. A) Quella dietro l'albero è casa mia.
Grazie, caro Corriere.
Tutto questo per dire che sì, abitando io in una ridente località della B.P. (Bassa Padana), il sole me lo posso scordare ancora per qualche mese, soprattutto al mattino presto ed alla sera inoltrata (unici due momenti della giornata in cui esco di casa per andare a lavoro e rientro in casa dopo la giornata lavorativa).
Ebbene, questo preambolo, gente, non c'entra una mazza (Fig. B).


Fig. B)
O meglio: c'entra in senso semantico, ma fino ad un certo punto.
Il fenomeno che vi illustrerò in questo post riguarda la nebbia, sì, ma intesa in senso interiore.
Riprendendo la definizione sopra citata (che arriva dunque ad avere un senso), si potrebbe identificare come "quel fenomeno emotivo consistente in un ammasso di macroscopici dubbi esistenziali dai contorni fumosi che si forma, in prossimità di SNC (sistema nervoso centrale) e/o organo cardiaco, nel momento in cui la vita di tutti i giorni si condensa attorno ad un nucleo di sfiga e frustrazione perenne, offuscando quella già minuscola quantità di ottimismo di cui La Marti è dotata e riducendo l'esistenza ad una prosecuzione per inerzia".

Detto cioè fuori dai denti:
- persone a lavoro (non tutte e anzi la minima parte, fortuna vuole): mi state sul cazzo.
- uomini di merda che incontro sul mio cammino: mi state sul cazzo.
- persone che camminate sul mio stesso marciapiede: mi state sul cazzo.
- mondo: mi stai sul cazzo.
Stabilito ciò. Non ho la minima conoscenza di come sono arrivata a questo punto e non ho l'altrettanta minima idea di come posso andarmene da questo punto. Nebbia. Nebbia ovunque.

Andare a vendere ghiaccioli ad Honolulu (Fig. C) non è mai stato così plausibile.


Fig. C) Quella dietro l'isola NON è casa mia.