22 maggio 2015

Stelle.

La realtà è che si è tutti irrimediabilmente soli.
Sì, ci si racconta altro per abitudine, ma siamo soli.
Nei pensieri, nelle paure, alla mattina con le cuffie nelle orecchie, alla sera con le cuffie nelle orecchie, l'ombrello sulla testa e la pioggia che picchietta e cade ma non la senti per la musica e gli altri passanti non usano l'ombrello e tu ti dici: "Ma piove davvero? Piove davvero o lo penso solo io che mi sento una merda che avanza fiera e dritta alla sua meta?".

Siamo soli, dicevo.
E un'idea che fa capolino, cambiare vita, cambiare opinioni su qualcosa e poi dirsi "cazzo, non fa ridere, non dovevi prendermi alla lettera". E persone; persone che parlano con voci non loro, voci del passato che hanno uguali sfumature, uguale insensatezza, uguale blaterio, blateramento, blaterazione, blateratura, come si dirà? E le stesse frasi.
Volersi trasformare in una statua; una statua avrebbe ben ragione di non proferire parola alcuna, avrebbe una scusa, un motivo, e manco lo dovrebbe dire. Un bel blocco di marmo scolpito, cagato da piccioni e tortore e lavato dalla pioggia, osservato dai passanti e di sostegno a barboni e bambini.

Non dover pensare alle conseguenze, a stare nei tempi, a non urtare nessuno, alle cose importanti, a stilare liste, a stilare liste di liste, a levare la polvere nell'angolo, al vestire tiglio o rosa, al fare la doccia rapida così poi i capelli si asciugano in tempo, mangiando in linea perfetta per digerire e non star male come un cane.
Esser soli per propria natura, tipo.

Soli, che tanto nessuno capisce. Nessuno.
E domandarsi cose senza senso, per concludere pensieri pesanti.
Qualcosa del tipo: ma come si sentono le stelle?


5 maggio 2015

Elenco di quindici #6

Ebbene sì. Stai con un musicista se:

1. "Ti stufi, amore?"
E no, non importa se gli risponderai "no" quelle milleseicento volte. Lui te lo chiederà ancora.
2. "Suono l'ultima eh amore, poi basta".
Non è vero, mai.
3. "Ma che pezzo NON è questo?".
Beh, non è tanti pezzi. Non è "Il valzer del moscerino", "Volevo un gatto nero", "Il coccodrillo come fa", "Torero Camomillo"...ma non credo il senso fosse questo. Già.
4. "Amore, dai suona anche tu!".
Non fatelo. Non provateci. Ne va della vostra autostima.
5. "Quello lì in tv, lo vedi? Una volta ho suonato con lui!".
I musicisti si conoscono tutti, sappiatelo. Credo sia tipo i camionisti che si fanno i fari quando si vedono per strada. Appartenenza alla specie.
6. "Dai, aiutami e dimmi quale tono della tastiera è meglio per questo pezzo".
Non fatelo. Ci passerete un pomeriggio intero. E ora ho l'ansia perchè penso che sia sbagliato chiamarlo "tono". Una non può vivere così.
7. "Cosa vuoi sentire? Dai dimmi un cantante".
Ma no, non fatelo. Tanto farà di testa sua. Assicurato.
8. "Vieni anche tu a sentire le prove dai! Tutti si portano le loro donne!".
Uno: hai detto "le loro donne"? Due: no, non vengo. E voi non andateci. Fidateve.
9. "Dai, tu il biglietto non pagarlo, ti faccio passare io dietro".
Credetemi, è dura. Ma ce la si può fare ad aggirare questa cosa.
10. "Amore, ti stufi?".
Lo dicevo io che non avrebbe smesso di chiederlo.
11. "Suono dieci minuti, poi ci mettiamo sul divano, ok?".
Aveva detto due ore fa.
12. "Ti spiego la storia che racconta questa canzone..".
No, no, no. È sempre triste, giuro. Parla di tipi morti per un ideale morale, per la libertà, per la giustizia, bimbi innocenti che hanno perso la vita bruciati o fucilati. Non fatevele spiegare, le storie delle canzoni.
13. "Senti: questo è Einaudi/Allevi".
No. Fanno piangere. Non ascoltateli, fanno piangere. Bontà divina.
14. "Fai la pennata, schiaccia bene le corde, batti il tempo coi piedi, cantatela in testa, prevedi il prossimo accordo, e non guardare il plettro, che non è quello l'importante!".
Butta tre pugni di sale dietro le spalle, incrocia le dita, sussurra Abracadabra e il gioco è fatto.
15. "Ma no, il ritmo te lo devi sentire dentro!!".
Te lo dico io cosa sento dentro, tra poco. Fuck.


Sei bellissimo.

1 maggio 2015

Learnings #9

1. Se qualcosa è andato storto, ricominciare da capo e ritentare richiede un grosso quantitativo di coraggio.
2. Chi ricomincia e ritenta merita tutto il mio rispetto e la mia gratitudine.
3. "..e temo il mio passato, il tuo passato, ma tu no..".
4. La gente a volte pensa di poterti dire cosa devi fare, a te che manco ai tuoi pazienti dici cosa devono fare. Allora basta dire "ciao.".
5. Ho voglia di kebab.
6. Le persone tonte mi infastidiscono; vorrei indire una petizione per scuoterle tutte quante così che i comparti stagni e separati nel loro cervello, rompendosi, facessero finalmente miscelare tutti gli ingredienti interni.
7. Credo nell'arrivo al punto di rottura, nelle situazioni difficili; da lì ci sono due strade: o si ricuce qualcosa o i due lembi si strappano. In ogni caso le cose cambiano.
8. Le settimane corte mi piacciono.
9. Prossimo obiettivo: primo giugno (perchè bisogna sempre pensare avanti).
10. Le lacrime a volte escono perchè ci si rende conto di essere dentro qualcosa di grande e bello e giusto e buono.
11. Idiota vestito da orco: levati dal cazzo e non provare a fare agguati da dietro, o ti infilo la bacchetta di Harry Potter dove dico io.
12. Si sposano tutti, figliano tutti. Il problema è che inizio a capire il perchè.
13. Oh, l'ho detto. Tiè.