Mi avevi chiesto così. Non che ti avessi detto nulla: avevi intercettato i miei occhi che scrutavano la tua fronte e avevi capito, con quel modo straordinario di anticipare i miei pensieri.
Io avevo annuito senza dire nulla, e avevo passato il dito su quelle piccole cicatrici biancastre, odiandomi perché non avevo il potere di cancellarne nemmeno mezza. Biasimandomi perché prima, a casa, non avevo posto obiezioni quando mi avevi spiegato che era stato il tuo cane a graffiarti le braccia.
Oggi c'è il sole dopo giorni di diluvio e, per strane connessioni sinaptiche del cervello, mi è venuto in mente questo ricordo di un anno fa circa.
Sì, il sole mostrava i segni sulla tua pelle mentre eravamo seduti alla bell'e meglio su una statua del centro, un panzerotto in mano e l'odore della quasi primavera nel naso. E tutto sembrava bello. Colorato.
Ma la verità è che, a forza di splendere, il sole ha palesato altre cose, oltre ai segni invisibili al buio.
Cose che non potevo accettare, ben più profonde di cicatrici autoinferte.
E allora perché? Perché anche a grattare con la superficie ruvida della spugnetta non vieni via?
Oddio, in questi giorni c'è anche 'sto cantante.
Ho sorriso subito perché mi ricordava te.
Forse perché mi è piaciuto ancora prima che iniziasse a cantare.
Punto.
Tanto, in un modo o nell'altro, tutti ci facciamo del male.
RispondiEliminaMi sono sempre chiesta perché, ho sempre risposto che si dovrebbe tornare alle origini.
Vivere di poco, viversi e amarsi.
Via tutto questo apparire, l'ipocrisia, il perbenismo, il dolore. Via le cicatrici bianche, le droghe, gli alcolici, i disturbi alimentari, le depressioni.
Sono tutte cose che ci siamo "inventati" noi e che ci infliggiamo sapendo di farci del male.
Non ha senso nulla, ultimamente.
No, vero. Ma forse mi dico che non aveva senso nemmeno un anno fa. O forse non ce l'ha mai avuto, un senso. Magari il problema è voler trovare un senso, non so. Stanchezza, Emmechesacogliere; stanchezza
Elimina:)