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15 agosto 2021

Ferragosto.

Ieri sono stati qui Fratellopaziente e ragazza. E non so se siano strascichi della mia emicrania con aura, del caldo che ieri mi ha fatto particolarmente soffrire, della conseguente aria condizionata accesa, della birra che ho bevuto (ma da quando? Mi ha sempre fatto schifo) o del bicchiere di Porto finale, ma stamattina il mal di testa non mi dà tregua.

Non ero più abituata a qualcuno che fumasse e oggi la casa al risveglio mi sembrava un covo di latitanti costretti alla segregazione, motivo per cui ho spalancato tutte le finestre ricercando un filo d'aria che, beh: non c'è. Il 15 agosto sarebbe anche strano trovarlo, d'altronde.

"Pensavo a te". Così ha scritto verso l'ora di pranzo quello che ancora qui un'etichetta non ce l'ha ma che dovrebbe averla, nonostante la mia ritrosia. Quello che si comporta come la zanzara tigre che abita la mia cucina stamattina: la sento ronzare intorno alle orecchie, appoggiarmisi addosso, provare a pungere, eppure se provo a schiacciarla è molto più lesta e furba di me. Dannato mal di testa.

Effe dorme. Io scrivo e mi illudo di riuscire a prendere il master in mano e fare qualcosa di produttivo. Mi faccio ridere da sola, sì.

La verità è che sono io la cattiva ragazza. Da sempre, tipo.



14 agosto 2021

Terzo giorno

Stanotte ho fatto uno di quei miei sogni ansiogeni.

Mi trovavo in una casa nuova che mi apparteneva per chissà quale ragione dettata dal caso: non l'avevo scelta, né arredata, né acquistata. Eppure era mia. Era nostra, a dirla tutta. E, a dirla tutta tutta, in realtà era un'abitazione che non mi è nuova, perché ha popolato un sogno simile già fatto tempo fa.

Nella scena iniziale mi trovavo in cucina, sul lavello, e provavo ad aprire il rubinetto. Al posto dell'acqua scendeva una schiuma che mi consentiva di pulire il lavandino con facilità, cosa che mi faceva quasi pensare: "Beh, niente male questo optional".

Peccato che poi mi accorgessi che l'acqua non fuoriuscita dal rubinetto in realtà lo aveva fatto altrove, allagando il piano cottura e il portastoviglie (una sezione colorata di nero che ospitava teiera e un grazioso servizio da tè, sempre nero e lucido). Una volta andata in bagno - un enorme stanzone a mo' di docce della palestra, che mi faceva pensare "Beh, almeno il bagno è grande, non mi posso assolutamente lamentare" - mi accorgevo che anche qui al posto dell'acqua scendeva solo schiuma, e maledivo chiunque avesse fatto i collegamenti delle tubature, a mio pensare errati per colpa del mio coinquilino, ovvero il mio compagno, sempre lui.

[A questo proposito, dopo Uomodimerda e Naso, credo che occorra trovare un nomignolo anche per lui. Lo chiameremo Effe]

In casa mi raggiungeva anche mia madre, la quale non mi aiutava affatto, ma si limitava a predire le peggiori sfortune sventagliando le mani in aria per scongiurarle meglio, nella peggiore rappresentazione del gufaccio che è seriamente nella vita reale.

Una volta pulito e assorbito tutto quel macello alla bell'e meglio, come se non bastasse arrivava anche un gruppo di amici (non miei) che si dirigeva deciso al lavello per sciacquare della verdura, e prima che li potessi avvertire o bloccare, la casa ritornava piena di schiuma e allagata.

Ora. So già cosa mi direbbe chi di dovere, ma va bene così. Oggi mi limito a riportare tutto questo in preda di una delle mie emicranie con aura, di cui non soffrivo da parecchio e che non mi mancavano affatto.

Ciao.



17 giugno 2017

Learnings #15

1. Sono arrabbiata, triste e stanca.
2. In estate fa caldo. Non basta la doccia. Fa sempre caldo.
3. Quella che va avanti sono io. Non devo dubitarlo mai.
4. Non devo sentirmi in colpa perché sono capace di sognare.
5. La ruota gira.
6. Non sono abbastanza, mai. Forse anzichè combattere contro questa sensazione, sarebbe il caso per una buona volta di accettarla. Farla accomodare sul divano con me, tipo.
7. Non devo mettermi davanti al ventilatore.
8. Anzichè accettare l'aumento di affitto da settembre, forse sarebbe meglio trovare un posto tutto mio. Meno arancione, ad esempio.
9. Se si marcia a lungo, poi i piedi ne risentono.
10. Marciare tanto, tuttavia, distrae il cuore.
11. Capelli rossi tutta la vita.
12. Sono diventata grande.
13. Bisogna sempre ascoltare quella vocina dentro che suggerisce empaticamente che le cose da dire non sono finite.
14. Le frasi ad effetto fanno effetto, sì, a caldo, ma gli uomini non capiscono mai un cazzo.
15. È necessario concludere l'elenco con un numero le cui cifre sommate diano 7, quindi ci salutiamo tra una riga. A tra poco.
16. Bravi, avete fatto la somma per essere sicuri? Io non dico mai bugie. Ciao.

I love caffè 
💚🐸

9 agosto 2016

Learnings #13

Durante questa estate sto sperimentando un'alternanza continua di momenti in cui sembra tutto perfetto e altri in cui prenderei a mazzate la gente. 
Detto questo sono in ferie, quindi va tutto molto bene. Figuriamoci quando sarò anche in vacanza.

1. Credo che le proprie fortune non vadano sbandierate e mostrate al solo scopo di procurare invidia. Credo che vadano conservate ed osservate come piccoli gioielli preziosi, ma forse sono io che lo credo perchè durante la mia vita mi è stato insegnato a guadagnarmi le cose.
2. La gente non capisce quanto coraggio serva per indossare un costume a due pezzi.
3. A volte è necessario guardare film horror che - si sa - ti faranno cagare.
4. Ho sempre paura di disturbare la gente. Nel dubbio non faccio, non dico, non chiedo. Ed è sbagliato, perchè io non disturbo nessuno, lo so. Devo solo convincermene.
5. Quando scrivi un racconto e il finale è presente nella tua testa ma non si concretizza, è una rottura di scatole.
6. Ho una grande capacità di resistenza, e penso derivi dal fatto che so interpretare abbastanza i pensieri che si annidano dietro a quei comportamenti che farebbero incazzare pure il Dalai Lama.



7. Ho sonno ma non riesco a dormire.
8. Se passo un giorno al fiume col costume a due pezzi, poi ne passerò altri tre come minimo a grattarmi le scottature nonostante avessi la crema. È un'ingiustizia.
9. I gatti sono animali notturni e, quando ne hanno la possibilità, scappano dal balcone e non si sa dove vadano. Bisogna farsene una ragione, oppure ti ammazzeranno.
10. Ci sono menti affini. Punto.
11. Se l'acqua mi arriva al seno, anche se tocco e non sono in pericolo, io SO di poter morire. Lo so.
12. Concludo. I frullati di pesca con latte e ghiaccio tritato sono i migliori amici della mia estate. Grazie Magic Bullet tarocco. Grazie.


3 luglio 2016

Io speriamo che me ne vado.

Ecco. C'è questo aspetto del mio lavoro che riguarda l'equilibrio.
Quello che nella vita, fisicamente intendo, mi manca proprio. Sono in grado di sbilanciarmi stando su due piedi e in Pianura Padana, roba da cadere sbattendo il sedere senza manco accorgermi di come sono arrivata a baciare l'asfalto.
Eppure, appunto, il mio lavoro mi costringe ad una sorta di equilibrio pacato, quello che asseconda la corrente e si lascia lambire stando a vedere dove i flutti porteranno i detriti. È un meccanismo di salvaguardia importantissimo, perchè se mi permettessi uno sbandamento, il naufragio sarebbe all'ordine del giorno.

Avere a che fare con le persone, soprattutto quelle in difficoltà, è infatti un gioco sospeso su un filo a mezz'aria, dove l'instabilità è imprevedibile poichè i funamboli sono almeno due. A volte, parlando io necessariamente di bambini, anche tre o quattro. E mica è facile capire quale piroetta abbiano in mente. Sotto al filo, poi, non c'è la rete su cui cadere in caso di errore, no. C'è il vuoto.

E, accanto a questo equilibrio necessario, c'è l'importanza delle parole. Beh, sì, questa è deformazione professionale. È inevitabile.
Oltre ai funamboli, anche le parole hanno infatti il potere di far dondolare il filo, addirittura in maniera pericolosa. Una parola sbagliata può tranciare la fune di netto, sfilacciarla irreparabilmente o farla sussultare in un improvviso guizzo. Tutto sta nell'attutire l'impatto, sia quello delle nostre azioni sull'intero sistema, sia quello degli agiti altrui sul nostro stato. 

E, come sempre, mi rendo conto che ciò che risulta fattibile nella mia professione, non lo è praticamente mai nella mia vita. Parlavo di una barchetta nel mare in tempesta, tempo fa. È ancora là, quella barchetta, in mezzo alle onde. 
Si è arricchita di nuove vele, di un vasto equipaggio, forse persino di un possente albero maestro. Ecco, l'imbarcazione sembra rimanere però sprovvista di qualcosa di fondamentale: le scialuppe di salvataggio.
Da lì non si può scappare, va affrontato tutto stando in piedi sul pontile, lacerandosi le mani a furia di tendere le funi, mentre l'acqua salata butta schizzi che bruciano i palmi. E forse è giusto così: non fuggire, ma affrontare gli ostacoli a testa alta, anche quando si vorrebbe avere un mucchio di sabbia nel quale nascondere la testa fino al collo.

Stare lì, mentre le parole piovono tempestose a poppa, mentre casa non è più casa perchè sembra aver perso la sua identità, mentre ciò che era certo diventa dubbio, mentre la spiaggia è così lontana e tutto ondeggia caotico. 
Mentre in fondo, l'equilibrio cambia i propri connotati. E diventa il tentativo di non sbattere le teste e i nasi, volgendoli verso un obiettivo comune. 
Che voglio credere che ci sia, nonostante gli stia dando pagaiate da tempo, per spingerlo in profondità e non farlo venir fuori manco per sbaglio.

Voglio credere che ci sia.
Io voglio credere.

6 giugno 2015

Learnings #10

È il caldo, credo. Scusatemene, ma non so se riuscirò a rispondere di tutto ciò che sto per scrivere.
1. È bello ascoltare musica in tv alla mattina; passano canzoni migliori che in tutto il resto della giornata. È di sicuro perché sanno che li sto guardando io.
2. Se ti svegli alle 4 però non è considerabile "mattina", quindi non accendere la tv in cerca di buona musica.
3. Odio i matrimoni. Odio l'eventualità di incontrare le care amiche dei tempi andati. Se sono andate, come i tempi - per l'appunto - ci sarà un motivo.
4. Io devo scrivere. Se non scrivo, qualcosa si rompe e io sto male.
5. So esattamente che tasti premere; lasciamo tempo al tempo.
6. La voglia di coppa di gelato si può estinguere solo ordinando una coppa di gelato. Cosa che io ancora non ho fatto (MESSAGGIO SUBLIMINALE).
7. Hai capito che faccino da guru indiano?
8. Bramare l'aria condizionata è funzionale solo nel momento in cui si è sicuri che gli impianti di condizionamento siano periodicamente ripuliti da polvere e batteri. Altrimenti, nei primi due giorni, la puzza di morto non te la leva nessuno.
9. Mi piace lo smalto rosso sangue.
10. Odio le persone che dicono "prima tutti a lamentarsi del freddo, adesso arriva il caldo e tutti a rompere le palle per il caldo!". No, io voglio il freddo. Mai lamentata del gelo porco, anzi lo bramo. Neve, sciarponi, maglioni, pupazzi di neve. Voi, insulsi amanti dell'estate: farete una brutta fine, cuocendovi.
11. Bambini: andate in ferie. Mica vorrete fare logopedia con 'sto caldo. Dico io.
12. E se mi colorassi i capelli di rosso?
13. È inutile fare programmi da strafiga: capelli rossi, gonne, tatuaggi. E poi non fai mai un cazzo, Martì. E datte 'na calmata.
14. Sì. Ho una nuova pillola di logo da scrivere. Ma devo prima rielaborarmela dentro un po'. Che fa male.
15. Vorrei che le cose fossero diverse.
16. Vorrei essere diversa.
17. Ogni tanto nella mia pancia c'è un folletto che salta. Ho imparato a conviverci. Lo chiamo Ansietto. Di notte corre sulla ruota come un cricetino. Me lo immagino coi capelli blu, scompigliati da un vento fresco, e il volto olivastro con brillantini verdi. Deve avere quelle rughette tipiche dei folletti, e secondo me racconta storie divertenti alle mie budella. A ben pensarci è un'immagine raccapricciante. Ma amo queste cose.

Buona estate. Mh.

9 giugno 2014

Viva i sinonimi.

Siccome riconosco di essere una persona alquanto scurrile e in questo periodo dell'anno la mia indole da scaricatrice di porto si palesa in tutta la sua disarmante loquacità, in questo post farò utilizzo del dizionario dei sinonimi. Si sa mai che qualche lettore ne uscisse scandalizzato.
L'argomento è questo: il caldo MAIALE.

Le vedo, quelle sculet..ancheggianti signorine dotate di occhialetti da sole all'ultima moda (quelli con la montatura di plastica colorata tendenti ad avere una forma nerdica, per intenderci), con le loro macchinette fotografiche marca "Riflesso", le loro gambe perfette adese agli shorts e le canottierine leggere.
Posso descrivervi le fotografie risultanti a memoria, tenendo gli occhi chiusi.

Luce altissima, a voler dimostrare quanto ca...diamine il sole di quest'oggi brucia la pelle, primo piano sul volto a voler mostrare quanto ca..perdirindindina i loro occhi siano azzurri (il 65% ha gli occhi azzurri), e quanto già si veda (vedete??vedete??) il segno dell'agognata abbronzatura.
Il restante 35% punterà chiaramente o sull'accecante biondaggine della capigliatura o sull'indicibile perfezione delle proprie gambe allungate sulla sdraio o sul tappetino in spiaggia.

Ebbene, vi dirò: quella che parla è la voce dell'invidia. Sì.
La mia carnagione fa riferimento a quella del conte Vlad (era fottu..dannatamente morto, nel caso vi sfuggisse), ponendosi fra le nuances del latte e dello yoghurt magro. Le rare volte in cui mi sottopongo a manciate di minuti (ho detto minuti, sì) sotto al sole senza protezione, il risultato è questo:
Che posa SESSSSSI.
Uno dice: va beh, durante il giorno ti conviene stare rinchiusa nel tuo bunker personale o cambiare lato della strada a seconda di dove si posizioni il sole proiettando la sua ombra. Va beh, dai. Di sera però è piacevole uscire con la libertà di non indossare sciarpe e cappottoni.
NO: NON AVETE CAPITO. Da recenti studi scientifici è stato accertato che la mia personale qualità di sangue è la più apprezzata da zanzare ed insetti simili. Ergo, evitando l'effetto Gabibbo sopracitato, il risultato che in ogni caso si andrebbe ad ottenere sarebbe questo:
Oh. Cielo.
Che si parli di effetto Gabibbo o di effetto Pimpa, diciamolo in maniera univoca: il risultato fa ca..evacuare.
Per cui non ci sarebbe degna conclusione per questo post se non dicessi, dizionario dei sinonimi alla mano e senza incespicarmi manco una volta: "Cara, irresistibilmente affascinante estate: mi stai sul pene".