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11 novembre 2022

Provarci.

Correndo da lavoro in stazione controllo lo stato del treno che devo prendere. 23 minuti di ritardo. Smetto di correre. Capisco che avendo 9 minuti di tempo per non perdere la coincidenza, mi dovrò armare di pazienza e arrivare a destinazione un'ora dopo.

A meno che - sussurra la mia mente brillante - a meno che anche la coincidenza sia in ritardo, e allora avresti un incastro fortunato degno di nota. Sorridendo controllo l'app. La coincidenza è stata soppressa. Mi fermo sul posto, il telefono nella mano, lo zainetto stipato, gli stivaletti piantati sui sanpietrini.

Ci fosse una cosa, UNA SOLA, che vada dritta come voglio io. No. Fermo i pensieri che mi bloccano il problem solving. Arrivo in stazione. Vado sul binario. Un uomo si avvicina allungandomi il cellulare: "Scusa, devo cancellare questo numero, non lo voglio più". "Ma non è salvato", ribatto, "È solo nella memoria del registro chiamate". Mi guarda come se gli stessi spiegando il funzionamento di uno spettrometro di massa. Anche io mi sento non salvata e sicuramente non salva, penso, così decido di aiutarlo. "Fa niente. Aspetti". Seleziono, premo il bidone e l'esistenza di quel numero non salvato sparisce. "Fatto già?", domanda l'uomo. Annuisco. Se ne va.

Ricomincio a pensare a ciò che posso fare. Nel frattempo mi scrivono mille pazienti che hanno scelto proprio questa giornata, proprio questa fascia oraria, proprio questo momento preciso, per condividere con me richieste o problemi di ogni sorta. Le chiedo di contattare entro sera la coordinatrice delle insegnanti. Quando posso chiamarla per chiederle una cosa? Mi daresti il prossimo appuntamento? Per caso la mia bambina ha lasciato il giubbino da voi in sala d'attesa?

Ignora. Ignora. Ignora. Ignora.

L'altoparlante rimbomba nella stazione. Sta arrivando un altro treno. Segue una tratta diversa rispetto alla mia ma so che in un modo o nell'altro potrei riuscire a raggiungere la mia destinazione anche da lì. Inforco il sottopasso e salgo di volata, mentre acquisto dall'app un biglietto non più acquistabile perché è passato l'orario. Ne prendo uno di un orario successivo mentre mi preparo a dover litigare col capotreno pignolo perché oggi sta andando tutto male. No: sta andando tutto malissimo. Invece faccio le mie tre fermate senza intoppi. Scendo. Guardo il tabellone. La mia coincidenza sta arrivando, ripartirà fra venti minuti.

Ce l'ho fatta. Mi siedo, sono l'unica con una ffp2 indossata. Passa un ragazzino dell'università, anche lui porta una ffp2. Mi guarda. "È libero?", chiede. Annuisco. Ce l'ho fatta. Arriveró con soli 20 minuti di ritardo rispetto al programma iniziale.

Non è che non capisca la morale, la capisco eccome. Le cose trovano sempre modi arzigogolati per andare, nella mia vita. È solo che sono malata di una stanchezza infinita. Non avrei bisogno di dormire, avrei bisogno di sparire. Come quel numero non salvato. O non salvo, non ricordo più.

Mi lascio cullare dal ritmo del treno, assecondandone i movimenti. Sprofondo nel giubbotto messo a mo' di scialle con la musica nelle orecchie, conscia di non poter sbagliare: la mia fermata è il capolinea. Non è successo niente. Va tutto bene. La giornata è finita, non può che migliorare, mi convinco.

All'improvviso, però, un ronzio dal telefono.
"Allora, l'ha sentita la coordinatrice?".

Una cornice dalla tela imbarcata.


2 settembre 2021

Considerazioni sparse.

1. Le persone come me quando dicono una cosa non la devono poi riconfermare. Quella è.
2. La voglia che ho oggi di uscire di casa intorno alle 16:00 sarà pari a quella che avrò domani verso le 14:00 quando dovrò fare la medesima cosa.
3. Una volta andata questa settimana andrà meglio.
4. No, non è vero ahahahah.
5. Settembre del cazzo. Settembre del cazzo. SETTEMBRE DEL CAZZO.
6. Dai.
7. Ma con chi parlo?
8. Ho piantato dei fiori in un vaso volontariamente e dopo settimane non esistono più. Ci ho buttato a caso un seme di limone e sta crescendo la piantina.
9. "When Life gives you lem...va beh.
10. Stasera mangio la pizza.
11. Fa ridere se dico che il mio psicologo stamattina mi ha paccata?
12. A me no.
13. Ho bisogno che le temperature calino.
14. La mia pancia mi ricorda che sono in ansia. Grazie pancia.
15. Le cose sembrano più difficili prima di iniziare a farle. Se continuano ad esserlo, c'è qualcosa che non va.



17 novembre 2018

FARE.

Ma, allora. Questo sarà un post di cose random dette in una sorta di flusso di coscienza. Sarà tuttavia un flusso di coscienza ordinato, che detta così suona da potente rincoglionimento, cosa che non proverò a smentire.

Innanzitutto questo è il periodo della frustrazione. Mi frustro se vedo che uno spazio libero lavorativo é stato riempito da qualcuno senza avvisarmi. Se la serata-divano subisce repentine modifiche diventando una serata-ho un impegno. Se il bambino che ho davanti continua a dire 'tole' nonostante dica una S meravigliosa in produzione isolata. Se voglio fare una buona azione e questa mi viene cassata. Se mi voglio impegnare nel credere davvero che la mia insalatina sia gustosa e soddisfacente e qualcuno dal salotto mi sussurra "se aspetti venti minuti son pronte le lasagne!".

Ovviamente la frustrazione si tramuta in un impellente bisogno di dare testate al forno. Al muro. A mia madre. Al tavolo.
Le testate cerco di non darle, quantomeno per il benessere di mia madre, se non per il mio. Allora mi butto su altro (sì, sta per arrivare un elenco con molte parentesi):

- lo shopping su Wish (le cose fanno cagare e arriveranno - forse - tra un mese, quindi: perchè?)
- il cibo (sono a dieta, stramegacazzo)
- un immotivatissimo hype per Natale (mi sento già in merda coi regali)
- la scrittura (che esce poco e male, quindi il tutto crea un circolo vizioso allucinante)
- il nervoso (che sento nello stomaco, nel collo, nelle spalle. Ah! Nel sonno - che come la scrittura risulta poco e mal..va beh, avete capito -)
- corsi online, lettura di appunti, studio a caso (rilassantissimo)
- lotte contro mulini a vento (per me o per chi mi sta intorno, ma che sono perse in partenza, potenzialmente fatali, ingarbugliate, insensate. Che rock, cazzo).

Una cosa è certa: devo fare. FARE. Qualsiasi cosa. Fare.
Se mi fermo esplodo. Se mi fermo collasso.
E io - no, no e no - non me lo posso permettere.

Ciao.

1 settembre 2018

Rane.


Credo che occorra ripartire da qui, cioè dalle rane.
È un po' per via del fatto che ho definito questo posto uno stagno, e anche perché quello mi sento, spesso: una rana.
Una rana, sí, un esserino verde che altro non sa fare se non saltare avanti, lasciandosi alle spalle il passato.

Voglio avvisare me stessa del fatto che settembre è arrivato, alla fine. Il nono mese è ormai giunto e, sottolineando l'ironica somiglianza con una gravidanza (ma no, non sono incinta), posso dichiarare a tutto il mondo (o circa) di quanto io me la stia facendo sotto.

Perché settembre è il mese degli inizi. Delle fini. Dei punti di rottura. Delle rotture, sì, di coglioni. Delle novità. Delle farfalle nella pancia. Dei salti nel vuoto. Dei "Martina: che caspita stai combinando?". Dei sorrisi strani. Dell'amore. Delle prime notti senza zanzare. Delle maglie più pesanti. Dei compromessi. Dei desideri.

E io, che ancora fatico a credere di non dover più preparare lo zaino con astuccio e diario, mi invento ogni volta meccanismi arzigogolati perché settembre significhi per me la stessa cosa di quando ero bambina: l'inizio di una nuova me.
Perciò, ogni anno, la Marti ranocchia fa un salto (quello solo, sa fare) da me. Mi chiede se sono pronta a saltare anche io dal precipizio. Mi informa che potrei spiaccicarmi al suolo, che potrei ferirmi, che il posto da raggiungere non è detto sia migliore del precedente.
Ma mi ricorda anche e nonostante tutto, che sono sempre sopravvissuta.
Che me la sono sempre cavata.
Che posso contare su me stessa.
Così salto. Sempre. Di nuovo.

Buon settembre, Marti.
Buon tutto, col cuore.
Buon salto.



23 aprile 2017

Elenco di quindici #9

Le quindici cose che mi fanno incazzare di più:
1. Quando sono incazzata e non lo posso esprimere. Quegli episodi, per intenderci, correlati a pensieri del tipo "Peccato che non è più inverno e non indosso lo stivale col carroarmato sotto, perché mi piacerebbe sapere come starebbe bene la mia suola tatuata sulla tua fronte". Poi subentra il pacifismo, eh. Eh.
2. I ciclisti sul marciapiede (so che parlarne proprio in questi giorni..scusatemene).
3. La superficialità.
4. L'arroganza che subentra alla superficialità.
5. Le persone che mancano di rispetto all'altrui impegno.
6. La tinta labbra color lampone che nella frenesia delle 7.03 del mattino scappa da sola dalle mani e dipinge una luna sul lavandino bianco. Grazie, ora inizierò la giornata con un sorriso in più. Non il mio, quello del lavabo.
7. Le persone che dicono "Ah, queste scarpe nuove sono comodissime!". Solo i miei piedi si ribellano a una qualsivoglia calzatura riempiendosi di lividi fino all'altezza del polpaccio? Zio caro.
8. La cervicale che dona deliri allucinati e mal di testa post sbornia a chi non ha mai bevuto e fumato in quasi 29 anni di vita.
9. Fratellopaziente che riesce a dormire anche sotto i bombardamenti e poi io; io, che se alle 5.08 del mattino una particella di pulviscolo atmosferico passa troppo vicino al mio padiglione auricolare, mi sveglio. Per sempre.
10. HERE Drive+. Il navigatore Windows Phone. Fai cagare.
11. Windows Phone. Fai cagare. Mai più nella vita (che potrebbe essere un'altra idea di una lista di quindici).
12. Chi non fa il proprio lavoro con precisione e chiede agli altri di mettere una pezza. E in fretta, magari, che la relazione del paziente deve essere pronta fra un'oretta al massimo.
13. L'epistassi al cambio di stagione. Va bene una, vanno bene due, volendo anche tre, ma non sei volte al giorno, grazie.
14. Me stessa quando mi convinco che le vitamine facciano miracoli e invece, alla fine della confezione, mi sento più morta di prima.
15. I bambini che infilano due monete contemporaneamente nella macchinetta del caffè inceppandola e costringendomi all'astinenza di caffeina per tutto il resto della giornata. Vi odio.

Ciao.

2 giugno 2016

La Marti pescivendola.

Oggi ho fatto le treccine dopo essermi lavata i capelli; ci dormirò su, così domani quando le scioglierò avrò un ondulato naturale ottenuto senza calore, cosa essenziale per i miei capelli con le quadruple punte.
Poi ho cercato un film da guardare per stasera.
Quindi ho visto dei video su Youtube di beauty-tubers e cazzare-tubers che mi fanno sempre venire voglie strane. Del tipo che domani vado a comprarmi delle scarpe simil Espadrillas perchè nelle mie All Stars tarocche dei cinesi ho fatto un buco; non guidando cammino troppo e devo avere una camminata sbagliata, dato che rompo tutte le scarpe che compro. E non andarci, dai cinesi, cazzo!, mi dico. Per una volta non fare la tirchia e spendi un po' di più che della tua salute e della postura non ne puoi mica fare a meno, santa pace!
Dopo ho dipinto con gli acquerelli, alla fine ci sto provando da un po' e anche se la carta non è quella giusta e pensavo avrei combinato disastri, invece no. Ecco, mi piace e mi fa passare il tempo. Sto costruendo uno zoo di animali dipinti e Raffa è la migliore. Almeno fino ad ora. 



Al termine di tutto questo ho pensato che avrei potuto togliere lo smalto dalle unghie e rimetterlo anche se non è così brutto, giusto per far passare il tempo, solo che sapevo che sarebbe stato solo per far passare il tempo e la cosa mi ha trovata restia e perplessa. E ho concluso che odio i giorni di festa in cui sono a casa e le mie ansie e i pensieri prendono il sopravvento, è meglio fare 14 terapie al giorno con mezz'ora di pausa pranzo e dover pisciare in fretta quando uno dei pazienti arriva un minuto dopo l'orario esatto e ti dici "Ahh, era da tre bimbi che me la tenevo, la vescica stava per esplodere!". E sei contenta così.

Ecco: penso che dovrei fare la pescivendola. La Marti pescivendola potrebbe trattare a pesci in faccia la gente  (ha i pesci per farlo, va da sè) e - se necessario - potrebbe pigliare a salmoni in faccia anche se stessa quando mai si atteggiasse a "quella figa" che non ha mai problemi, che è super sicura e che non ha bisogno di essere gelosa perchè se dovesse mai succedere qualcosa reagirebbe con tali fermezza e decisione che Xena Principessa Guerriera je fa 'n baffo. La Marti pescivendola puzzerebbe e non avrebbe fidanzati fighi con la parlantina sciolta e la prestanza fisica e la cultura e gli interessi e la vena artistica e quelcertononsochè di cui preoccuparsi perchè si è folli e ci si preoccupa per cose inesistenti e idiote. La Marti pescivendola starebbe con uno scorfano, si sa. E sarebbe più tranquilla, lo so.

Io devo cambiare lavoro, questo è il punto.
E le vacanze fanno male.