Visualizzazione post con etichetta learnings. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta learnings. Mostra tutti i post

13 agosto 2021

Learnings #17

Non so perché mi ostino a chiamarli "Learnings", visto che poi puntualmente non imparo un cazzo. Dovrei chiamarli "Consapevolezze"; con la consapevolezza, nonostante alti e bassi, ci vado a braccetto. Ad ogni modo:

- Le persone sanno mancare in modi diversi, e quelle che lo sanno fare meglio sono quelle che non hai mai davvero avuto;
- Vorrei disperatamente non fare niente per sempre;
- Devo darmi una regolata col cibo senza che questo sfoci in un ipercontrollo sulle mie funzioni primarie;
- Devo forzarmi a fare cose, qualsiasi cosa;
- Uscire con le amiche mi ha fatto tornare nelle narici il profumo di tutto ciò a cui ho rinunciato (o forse era il profumo del ristorante messicano a cui siamo andate e mi sto confondendo);
- Devo muovere il culo;
- Riformulare lo stesso concetto in mille modo diversi non mi aiuterà a mettere in pratica proprio un bel nulla (cuore verde per te, piccola Marti);
- Mi spaventa un po' la terapia sospesa per tre settimane. Fa niente, va bene;
- Devo scrivere l'ultima relazione che mi manca, preparare delle presentazioni Power Point, procedere con il master e dovrei fare colazione ma so che non la farò;
- Pianificare continuamente la prossima settimana nella mia mente mi fa stare meglio, eppure una vocina mi dice che è patologico;
- Sono ritornata al punto di partenza secondo cui l'estate fa schifo. Lo credo fermamente;
- Devo mettere mano all'armadio e buttare via un sacco di cose;
- Io voglio una stanza così:

La casa interamente così. E qualcuno che mi aiuti nelle pulizie.


25 marzo 2017

Tipo Fallout Shelter

Spesso il mio lavoro ha a che fare con la pulizia.
Pulisco suoni, parole, frasi e contenuti; li scrosto dai fraintendimenti, dalla rabbia di non riuscire a farsi comprendere, dalla frustrazione di sapere che chi sta davanti non coglierà un messaggio.
Passo uno straccio su quelli che potrei definire concetti impolverati: parole che da sole prendono una direzione non voluta, imprecisa o totalmente errata.
Passo la cera, ancora, su uno scritto o su una lettura poco efficaci, in modo che le sviste - se dovessero capitare - scivolino lontane e non imbruttiscano qualcosa di bello e prezioso e importante.

Ma pulisco anche mani, quando le vedo afferrare pennarelli, nere fino ai gomiti a causa dell'incuria di chi dovrebbe custodire e invece ignora vigliacco.
Pulisco mutande e gabinetti, perchè la paura a volte fa brutti scherzi e il mondo riesce ad assomigliare a un labirinto gigantesco, dove l'uscita non arriva mai.
Pulisco nasi che non soffiano e bocche arrossate che faticano a respirare.
Pulisco occhi che lacrimano per il freddo o per la tristezza.
E pulisco il mio cuore, quello che spesso piange e non lo dà a vedere.
Perchè è questo che mi accade: io non lo faccio vedere mai, quanto ci sto male.

Credo sia qualcosa che ha a che fare con l'orgoglio e con la profonda convinzione che non solo io ce la posso fare da sola (che sarebbe sano e giusto), ma che fare da sola sia in qualche modo virtuoso.
Non mi lamento e giustifico sempre, e mia madre - che sempre più spesso mi appare ragionevole e la cosa mi preoccupa non poco - pensa che sia ora che io la smetta.
E lo penso anche io, anche se pensare una cosa e quindi agire di conseguenza non vanno sempre poi così d'accordo.
Come me e mia madre, d'altro canto.

Vorrei passare un po' di tempo in un bunker antiatomico.
Tipo Fallout Shelter, ecco; ma senza necessità di ripopolamento.
No, non è vero. Vorrei sentire che, invece di appoggiare tentativi indipendentisti, qualcuno dicesse che no, cazzo. No.
Che le cose si fanno insieme, che occorre abbattere questa combriccola di Stati indipendenti e fondare un'Unione.
Che è così che si fanno le cose belle. Le cose giuste. Le cose più serene.

Va beh, buon weekend.


7 maggio 2016

Learnings #12

1. Io sono importante.
2. Non sono abituata a lamentarmi. Non lo faccio perchè penso di essere fortunata, e perchè credo che le cose brutte succedano a volte a me perchè sono in grado di superarle.
3. La gente non è abituata a sentire qualcuno che non si lamenta, così a volte dice che io sono strana perchè a me va bene tutto. 
4. A me non va bene tutto, ma di lamentarmi non sono capace. Quindi non lo faccio. Ed è una scelta precisa e consapevole.
5. Dormire è fondamentale.
6. Guardare tutorial su youtube fa credere alle persone di essere plausibilmente competenti in arti e mestieri. Il che è inesatto.
7. Vorrei provare a dipingere con gli acquerelli perchè ho visto dei tutorial su youtube.
8. Scrivere per me è importante. È importante, io non me lo devo dimenticare.
9. Le coroncine di fiori in testa e i pantaloni hippie sono fighi.
10. Non avrei mai pensato in vita mia di dire che i fiori o qualcosa di floreale fossero fighi.
11. Quando amo, io amo tanto.
12. Ho comprato una crema solare protezione bambini e un cappello bianco; ci ho messo quasi 28 anni, ma l'ho capito che contro il sole non sono imbattibile.
13. Non so quasi niente.
14. Io vado avanti, sempre.
15. L'estate mi fa paura.
16. Molte cose mi fanno paura, tipo i pipistrelli, guidare, le persone cattive e l'idea di perdere qualcuno che amo senza capire il perchè.
17. Vorrei sedermi sulle rive di un laghetto di montagna con un panino con la mortadella in mano e pucciare i piedi nell'acqua mentre mastico.
18. Oltre al sole, c'è anche un'altra cosa che non posso sconfiggere: il tempo.
19. Le scelte che ho preso e prendo, piccole o grandi che siano, fanno di me ciò che sono e del presente la mia vita.
20. Io sono importante.


5 marzo 2016

Learnings #11

1. Solo perchè amo qualcosa, non significa che quel qualcosa non sia in grado di uccidermi. Tipo il mio lavoro.
2. Ogni tanto sento la necessità impellente di abbattere quel recinto di buon senso e gentilezza che contraddistingue il quieto vivere e far capire a certa gente quanto mi faccia schifo. Con eleganza.
3. Odio la pioggia, se ci devo camminare sotto.
4. Provo istinti violenti, a volte.
5. Un mio "no" può avere milleduecento ragioni per esserci, ma alla gente non sempre frega qualcosa di conoscerle o intuirle. Un "no" è un "no".
6. Io non devo spiegazioni a nessuno.
7. La Nutella è buona. Ogni tanto.
8. Non sfogare gli istinti violenti fa venire il cagotto e il raffreddore.
9. Non importa con quante energie io spieghi qualcosa a qualcuno. Chi non vuol capire non capisce.
10. Vorrei che impedissero ai non nativi digitali ultracinquantenni il libero accesso a personal computer o smartphone. Soprattutto se hanno dei figli.
11. In alternativa proporrei una pensione d'accompagnamento ai figli di non nativi digitali ultracinquantenni che accedono all'utilizzo di PC e smartphone.
12. Cosa succede se mi si scarica la fantasia?
13. Viaggiare fa venire la voglia di viaggiare. Anche quando non si può.
14. Sugli uomini non si può contare.
15. La gente non dovrebbe litigare oltre le 20 della sera, dopo una giornata di lavoro, il venerdì che si porta addosso il peso della settimana.
16. In certi periodi i casi sono due: o non si dorme, oppure si dorme e si sogna male.
17. Voglio nascondere la testa nella sabbia e uscire fuori ad agosto.

Ciao a tutti.


Grossa testa, piccole braccia.
Love u.

13 febbraio 2016

Forse dentro sono un po' Re Magio.

Ci sono delle volte in cui risento in bocca il sapore dei ciucci di zucchero alla Coca Cola che la mamma mi comprava al mercato. Dico quel sapore di allora, mica quello che sentirei se ne mettessi in bocca uno adesso.
La sensazione della plastica del microfono del Cantatu sulle labbra, il tocco delle pagine dei libri da leggere sui polpastrelli - libri che allora si leggevano rigorosamente dalla pagina 1 in fila, mica saltando le pagine noiose -. 
L'odore pesante dell'acqua stagnante della lanca quando la domenica mattina andavo a pescare, l'ondeggiare del cimino e le vibrazioni che si ripercuotevano fino al mio polso.

Ripenso a tutto questo e concludo che vorrei tanto averlo indietro, come cimelio da rigirarmi fra le mani nei momenti difficili, quando sembra che non si riesca ad andare avanti.
Sì, perchè allora avanti si andava sempre, cazzo. Nonostante tutto, nonostante tutti, la vita sembrava qualcosa da imparare provando, gli accadimenti una serie di ingranaggi concatenati, il cui risultato finale non si poteva prevedere o capire.
Ed era bello. Era emozionante. Era quello che vedo tutti i giorni nei loro occhi.

Bambini.
Bambini.

Quello che imparo da loro - sì! - è che si va avanti. Anche non parlando, anche non camminando, anche soffrendo. Si continua sempre, perché il mondo è una cosa tanto bella da scoprire. E li vedo, sapete? Piccoli soldati impettiti che marciano verso l'unica battaglia che - ho imparato col tempo - abbia davvero un senso. E sanno essere contagiosi. Sanno strappare sorrisi e adesioni alle loro lotte di capriole sui tappeti Ikea, assaggi gratuiti di pasta di plastica e tè fatto d'aria, diagnosi sperimentate auscultando le piante dei piedi e guarigioni ottenute con la cura più bella di tutte: il sorriso.

Vorrei tanto avere di nuovo la stessa forza, il diritto di credere che faccia più male una spada di cartapesta di una parola cattiva, che il problema più grande sia aver perso il peluche della buonanotte, che il male vero sia sbucciarsi il ginocchio tentando di scavalcare il muretto del giardino. Perchè credere a tutto questo significa avere fantasia, coraggio, ma soprattutto fiducia.
Mi domando come facciano le persone che non hanno accanto i bambini tutti i giorni a ricordarsi che si può (si deve) andare avanti. Perchè non so se ne sarei capace, io.
Forse mi sarei fermata chilometri fa.

E in questi momenti, ora, ecco, mi sento fortunata. Libera, tipo.


14 marzo 2015

Learnings #8

1. Iniziare un learning con delle spiegazioni a volte è eccessivo. Allora dico: ti amo.
2. Se il filo si sta sfilacciando a volte è inutile aggrapparsi con tutte le proprie forze all'ultimo lembo intatto.
3. Fregarsene non è mai stato tanto facile.
4. Le dita e i polpastrelli sono rapidi, mi manca il ritmo.
5. I pensieri nella testa e le decisioni sono rapide, mi manca il fiato per farle uscire dalla bocca.
6. Col cazzo, non è vero.
7. Non voglio rappresentare nessuno, se non me stessa.
8. Odio dottori e antibiotici, in quest'ordine.
9. Non è bello avere uno stetoscopio sulle tette per cinque minuti, anche se qualcuno ti assicura che il tuo cuore batte. Tranquilla.
10. Sono idonea anche dopo 4 anni: posso lavorare. Sticazzi.
11. Meno male non sono di nuovo nel 2013.
12. LA TRECCIA, PORCACCIA LURIDA! Com'è che l'ho scoperta solo ora?
13. "Hai quasi trent'anni!". Cazzo dici? Porco Giuda. È vero.
14. Cazzo c'entra Giuda?
15. Stai bene? Al venerdì sera alle 19.16 si sta sempre bene. Da Dio, oserei dire, vecchia arpia.
16. Io ho le ferie contate, devo chiederle con cortesia, sono un favore concessomi da uomini/donne di buon cuore. Ringrazio sentitamente.
17. Nessuno mi ha chiesto di mettermi tra due fuochi, se mi facevo i cazzi miei da subito campavo cent'anni di più e mi sarei risparmiata tanti litigi. Ringrazio sentitamente due volte, con la riverenza.
18. Fai la riverenza, fai la penitenza: guarda in su, guarda in giù, dai un bacio a chi vuoi tu. A Giuda, tanto per essere controcorrente.
19. Vedere un briciolo di sole non ti autorizza ad aprire tutte le finestre di casa e farmi gelare il sedere, madre.
20. I bambini hanno il moccolo al naso. Ma quello potente eh.

Be happy.

28 settembre 2014

Learnings #7

Quando si inizia a scrivere un post, si dovrebbero avere le idee chiare riguardo all'argomento su cui si vorrebbe scrivere.
Quando ciò non accade, e sembra che al cervello siano incollati tanti post it gialli con argomenti interessanti, allora io concludo che potrebbe essere il caso di creare un learnings nuovo.

Questo cappello introduttivo è presente solo perchè volevo avere un'occasione per scrivere "cappello introduttivo". Scusatemene.

1. Ci sono momenti in cui è giusto sedersi intorno ad un tavolo (o sopra a delle tegole ondulate che ti piastrano il culo) e parlare.
2. Ci sono momenti in cui chiedersi "e ora cosa faccio? Sono in ballo....ballo.".
3. Ci sono momenti che passano in fretta e il tempo che vola sa di sigaretta. Cit.
4. Ci sono momenti in cui prendere un treno e tornare indietro nel tempo è possibile, e spesso ti dici che avresti fatto Lingue e ora saresti da un'altra parte.
5. Ci sono momenti in cui schiacci il tasto rosso e parli e canti e senti la voglia di svuotarti come in un immenso bicchiere di vetro.
6. Ci sono momenti in cui tenti di impacchettare la paura in capitoli, uno per volta, che se te li leggo e ti piacciono e vuoi sapere come va a finire la storia non mi devi lasciare per molto tempo ancora. La sai la storia delle Mille e una notte? Ecco. Non mi abbandonare.
7. Ci sono momenti in cui parli di qualcosa anche se hai paura che a dirlo ad alta voce sembri stupido o possa scapparti dalle mani.
8. Ci sono momenti in cui le unghie più quadrate sono l'unica cosa che parrebbe avere contorni definiti, l'unico appiglio alla logica, alla razionalità.
9. Ci sono momenti in cui ti senti fiera delle tue capacità, che chiunque dica che non credi in te stessa non ti conosce abbastanza.
10. Ci sono momenti in cui pensi a chi non c'è più, a quanto abbia condizionato il tuo essere, il tuo fare, il tuo reagire.
11. Ci sono momenti in cui le occasioni vanno colte al volo, o almeno così sembra.
12. Ci sono momenti in cui ti accorgi che come al solito ti rifugi nelle frasi che iniziano nello stesso modo, una sorta di trampolino di lancio del pensiero, per non scioccare troppo chi legge.
13. Devo slegarmi da molti sovrapensieri, togliermi i fili ai polsi e vedere dove le mie mani libere mi porteranno.
14. Ho voglia di parlare. Ascoltare l'ho sempre fatto, lo faccio sempre.
15. Non ho rimpianti, sono solo affascinata di come l'affastellarsi delle vicende passate mi abbia portata qui, sempre a credere, a sperare, a VOLERE.
16. Voglio stare bene.
17. Sta cambiando qualcosa e io lo sto avvertendo. Rumore come di cose che vanno al loro posto, ma stavolta è per me.
18. Devo ringraziare. Ringraziare qualcosa, qualcuno. Grazie.

Naturalismo astratto. Mario Zampedroni.
Mi piaceva.

23 luglio 2014

PER VOI.

Mi chiedo chi mai abbia inventato questa cosa dei regali, che non la capisco proprio fino in fondo. È un po' quel: "Complimentoni, sei rimasta viva un altro anno e in discrete condizioni, quindi ti meriti un premio". Va beh. Leviamoci il costume da sociofobiche e arriviamo al dunque. Volevo fare qualcosa di diverso, tipo scrivere delle cose belle che evidenzino quelli che per me sono i veri regali di tutti i giorni, non del 24 luglio.

Per me "regalo" è:

- la mia famiglia, sempre. Per prima. Fregancazzo del resto.
- fare un lavoro che amo e che odio, ma soprattutto amo;
- il saluto alle 5,30 che arriva mentre dormo ma al quale rispondo non appena riesco, carico di quei significati che hanno solo le cose belle e spontanee;
- aver imparato a scoprire cosa c'è dietro una facciata costruita a forza di strada percorsa, lacrime, orgoglio, "fa niente" e respiri lenti per non scoppiare, che a un muro è più facile pisciarci contro che restare a guardarne i graffiti;
- le lacrime in quegli occhioni neri neri di chi si mette nei tuoi panni e non immagina quanto prezioso diventi quell'istante, che condividere le difficoltà, parlare, parlare, parlare è il modo migliore per riuscire a trovare una soluzione;
- la memoria precisa di chi si ricorda di te, ha timore di perderti, non vuole che sia così, e te lo dice sempre a chiare lettere, senza sbavature di rimmel ma al massimo di cuore;
- la semplicità di chi guarda il cielo con gli occhi ben aperti, anche dietro a occhiali a specchio, e il naso che si muove quando la bocca dice "o";
- la voglia di condivisione di chi non si sente mai abbastanza ma si mette in gioco sempre, e ha occhi speciali per trovare negli angoli più improbabili immagini da immortalare come cartoline di piccola felicità;
- la voglia di fare progetti, di pensare al futuro, di vivere senza bisogno di ascoltare tutto ciò che viene detto, perchè una crosta bruciata da addentare aspetta sempre dietro l'angolo;
- la bellezza enorme, dirompente, violenta di chi ti mette in braccio il proprio cucciolo e si fida di te, delle tue braccia, della tua cautela, e ti lascia addosso solo vita nuova e speranza;
- i messaggi di chi non è mai lontano nonostante lo sia e la cui distanza non ha mai reso possibile l'incomprensione;
- la neve che è nonna e dono dal cielo;
- il caffè condiviso della macchinetta il mattino alle 7.36 circa;
- la delusione che ormai si tramuta in constatazione, perchè distanze inesistenti diventano voragini se non rifocillate di rocce e terra fresca per permettere il passaggio;
- le buone idee da scrivere, che se non ci arriva la realtà, la fantasia dà una mano grande;
- la voce per cantare, che a volte i silenzi si devono riempire con un po' di note, e non sempre le batterie dell'mp3 reggono;
- rendersi conto che son tanti regali, e sentirsi fortunate.

Si diventa grandi, perdincibacco.




26 aprile 2014

Learnings #5

1. Forse la ruota gira.
2. Rispondere male a una persona che se lo merita fa sentire bene dentro.
3. Parlare ed ascoltare fa sentire bene dentro.
4.Un po' di coraggio in più permette di arrivare a certi obiettivi che la paura non avrebbe nemmeno considerato possibile raggiungere.
5. Grosso non vuol dire grasso. Vuol dire grosso.
6. Una piccola smorfia di disapprovazione da parte di chi reputi importante fa sentire ferita.
7. Se correndo non ti ricordi più il motivo per cui lo stai facendo, allora fermati: non morirà nessuno per questo. E tu avrai meno fiatone.
8. Riprendere in mano lo smalto rosso corallo dopo tanto tempo è bello.
9. I jeans grigi hanno un loro perché. Anche le camicette verdi ce l'hanno. Soprattutto perché sono verdi.
10. Resto sempre un'autistica persona incredibilmente fisica.
11. "Una bambina" di Torey L. Hayden, è un libro che andrebbe letto almeno una volta nella vita.
Grazie A.S.S. del prestito.
12. Per carità: hai un corpo bellissimo e siamo in primavera; indossare però pantaloncini dorati inguinali in una sera dove non fa proprio caldissimo non mi può esimere dall'augurarti un cagotto fulminante seguito da una bronchite. E che sia noiosamente resistente alle cure.
13. Augurare cagotto e bronchite a un individuo odioso non fa di te una cattiva persona. Saresti stata cattiva se avessi invocato la sua morte.
14. Posso andare a letto all'ora che voglio; non ho bisogno di qualcuno che mi dica che è troppo presto.
15. Le frasi brevi con il punto finale sono meravigliose.
16. Estremamente meravigliose.
17. Sì.
18. Prima di scrivere qualsiasi cosa, occorre attendere l'ispirazione giusta. Altrimenti son tutte puttanate.
19. Devo ancora capire cosa significhi la calma che ho attualmente in corpo. Mi fa strano.
20. Un po' di musica alla fine fa sempre bene.

Perché qui la voce di Dido è inspiegabilmente calma.

26 gennaio 2014

Learnings #4

Per il numero tre: QUI.

1. Il silenzio è più comodo delle parole.
2. Un silenzio dopo aver posto una domanda fa sentire fottutamente stupidi.
3. Nessuno che fa domande è stupido, ma non è una consolazione al fatto di non ricevere una risposta.
3.1 Se tagli uno stuzzicadenti in punta, puoi fare dei fantastici pois color borgogna sullo smalto verde petrolio.
4. Sentirsi una seconda scelta è un modo di essere.
5. Nessuno dovrebbe sindacare sul fatto che una persona si senta una seconda scelta, vuol dire che la sua vita l'ha portata a crederlo.
6. Se la vita porta a credere di essere una seconda scelta, vuol dire che non è stata una passeggiata.
6.1 Se hai 38.3 di febbre, ti puoi fare una cultura riguardo la tv spazzatura del sabato pomeriggio.
6.2 Fottutissima damigella: sono o non sono io la sposa? E allora il vestito me lo scelgo come voglio io!
6.3 Buddy: voglio uno dei tuoi fantastici cannoli. Ora. Spediscimelo col furgoncino.
7. Essere difficile non esclude il diritto di trovare una persona che sappia tenerti testa.
8. Riuscire a resistere all'impulso di gettare il pc fuori dalla finestra del terzo piano e rispondere "ok, spiegami", è segno di grande maturità (o del fatto che ami il tuo pc).
8.1 Duecentotrentasei. Le volte che mi sono soffiata il naso (pron. DASO) oggi.
8.2 Ho già detto dei pois color borgogna? Ah.
9. Fidarsi è una questione di comodità.
10. Non si ascolta solo con le orecchie.
11. Più giovani/più vecchi è uguale, ve l'assicuro.
12. Sarò una logopedista atipica: non parlerò mai più con nessuno.
12.1 Il vento spazza via le stronzate, resta solo la verità. Che a volte fa male.
12.2 Oh ma quanto sono simpatica e positiva io, in premestruo?

Io.

29 novembre 2013

Learnings #3

Basta vecchi learnings, è ora di elencare i nuovi.

1. Mi piace avere il naso congelato alla mattina, sfrecciare sul marciapiede con la musica sparata nelle cuffiette verdi e vedere la nuvoletta davanti alla bocca. Sto in fissa per i cristalli di ghiaccio sul vetro della macchina (che non guido, meglio camminare).
2. Mi piace l'idea eventuale di stravolgermi completamente. Starmi attivando per farlo. Non è vero che sono statica, quindi.
3. Mi piace l'idea di andarmene.
4. Odio la vicina di sopra che non conosco e che fa la lavatrice nonostante sia stata avvisata della perdita e la macchia d'acqua sul soffitto diventa una tavola sperimentale da aggiungere al test di Rorschach.
5. Mi piace pensare "nonmenefotteuncazzo" ed agire di conseguenza.
6. Adoro vedere i pezzi di me che riesco a lasciare in certe persone, sono soddisfatta nel riprendermi quelli che non voglio più che stiano dentro ad altre persone.
7. Amo liberarmi dei pesi morti dopo mesi.
8. Mi fa incazzare vedere chi amo di più sempre più triste e demotivato.
9. Mi fa contenta vedere che c'è chi inizia nonostante la crisi, mi rende orgogliosa.
10. Mi rende ansiosa riprendere in mano vecchi libri e respirare i ricordi che sono imbrigliati sotto la copertina.
11. Mi disillude la realtà, sotto certi aspetti non ho voglia di ricominciare né di rimettermi in gioco. Me ne sto nascosta sotto i miei strati e non ho voglia che nessuno me li tolga. Ho il laser in mano. E ho intenzione di bruciare chiunque ci tenti.
12. Ho voglia di prendermi a schiaffi o di tirare una testata al muro, ma non lo faccio perché non è cosa buona.
13. Domani hanno messo neve. Tutti sperano che non succeda, ma io spero che venga giù un quintale e mezzo di neve. Amo la neve. La neve è magia e per non pensare ai problemi un po' di magia ci vuole.

Let it snow, let it snow, let it snow.

29 settembre 2013

Ricetta #2

In molti mi hanno scritto (ahahahahahahahahaha) soddisfatti dei risultati ottenuti con la Ricetta #1, così ho deciso di replicare l'esperimento. Questa volta, il prodotto finale avrà delle sfumature decisamente più malinconiche.

INGREDIENTI:
- 6 litri di pipì (causa piscèra - per chi non sapesse, è quel dover continuare ad andare in bagno, che non si capisce perché, visto che NON HAI ingerito un'anguria, 10 ghiaccioli e 3 CocacolaMaxi, o almeno non ricordi di averlo fatto, e che mamma dice "Meglio, ti stai depurando!". Ahhhà, okkei madre -);
- 1/2 domenica di pioggia, l'altra con un sole che infastidisce gli occhi e/o con un venticello stronzo che ti fa solo venire voglia di fare altra pipì;
- 1 persona da non sentire. Manco per gli auguri di Natale (va beh. Che ci sono rimasta male posso dirlo, almeno a me stessa?);
- 1 telefonata da fare sulla tazza (per via della piscèra, sempre lei. Figo poter parlare con tanta nonchalance di urina. Qui, non nella telefonata, se non si fosse capito);
- 2 canzoni da ricordare, 1 nuova (per Nicolò che forse, magari, prima o poi leggerà il post, ne ho ascoltate un po' dei Blastema. "Tira fuori le spine" mi è piaciuta. Grazie).
Riempitelo con ciò che più vi aggrada. Oddio. Suona strano.
Porre gli ingredienti sopraelencati in una bacinella, mescolare con cura, evitando la formazione di grumi di stanchezza (sarebbe utile spegnere il cellulare con la sveglia preimpostata sulle 6.50, ed unitamente a quello zittire l'orologio biologico che pare inconsapevole dell'esistenza di giorni festivi). Lasciare decantare per circa 4 h, durante le quali potrete passare un'intero pomeriggio alla ricerca di calzature adatte a quei vasi di geranio dei piedi di vostro fratello (o di un qualsivoglia parente prossimo).
Mentre vi destreggerete fra scarpe pelosette, a collo alto o basso, suola da 0.5 o 2 cm, colore grigio topo, tortora o asfalto, l'amalgama si gonfierà a dismisura (in relazione inversamente proporzionale ai vostri entusiasmo, voglia di vivere ed amore fraterno).
Perché avvenga la corretta reazione degli ingredienti, sarà necessario cantare a squarciagola le 2 canzoni da ricordare (precisazione: meglio se dei Modena City Ramblers) col suddetto fratello o parente prossimo. 
Versare il composto nella terrina e far congelare nel freezer per almeno 3 h. Quello che otterrete, una volta estratto, sarà una fotografia della vostra vita attuale.

Vi vedrete cambiati, sappiatelo. Cambiati in meglio, o in peggio; non si sa. Solo diversi da prima.
E nemmeno quel prima vi sembrerà così facile da collocare a livello temporale.
Capirete che sono poche le cose che invece sono rimaste: quel fratello a cui volete bene. Quel paio di canzoni che mica si levano dalla memoria. Quel vento che soffia e che porta pioggia, autunno, pipì. Quella strada che sa di "sto tornando a casa" e che fa venire voglia di cantare.Vi troverete nella tasca cose che prima avreste rinnegato: istintualità, incoerenza, instabilità, dolore, voglia di sentirsi liberi di fare gli auguri a chiunque si vorrebbe, il prossimo Natale.

Oh: ma la neve quando arriva?
Forse nella prossima ricetta....

12 agosto 2013

Learnings #1


  • "Darsi alla macchia" è un'espressione ridicola, se rivolta a te;
  • E' inutile aspettarsi qualcosa di grande - come un cambiamento radicale - da certe persone, se hanno dimostrato di fallire anche nelle piccole cose;
  • Non essere felice non vuol dire essere triste;
  • Si può togliere la vibrazione ai cellulari Samsung, stupida!
  • Fare gli addominali bene per dieci minuti ti farà svegliare il giorno dopo abbastanza dolorante;
  • Se sei un po' costipata, vai un altro giorno a cercarti dei nuovi pantaloni, perché ti vedrai grassa e gonfia con qualsiasi modello (QUALSIASI);
  • "Che vita di meeeeerdaaaaahhh!!"*;
  • Il cocco vero (il frutto intendo) non sa tanto di cocco come gli alimenti "al cocco" (o era sciapo il cocco che ho comprato?);
  • E' bello giocare ai giochi da tavolo che non si conoscono;
  • Il rimmel sulle ciglia fa "tanta robbba";
  • Sperare davvero (e in fondo sapere) che "io e mio fratello saremo così legati davvero per sempre, mica come te e lui";
  • Si trova supporto da persone che manco t'immagineresti;
  • E' proprio vero che "l'abito non fa il monaco" e che "non bisogna giudicare dalla prima impressione";
  • Se non hai una reazione strana, vuol dire che non ritieni strano quello che ti viene detto, quindi non ritenerlo strano;
  • * "..Ho rischiato di dormirti addosso. Stronzo, tanti auguri ma non ti conosco..";
  • Azzagar è ragazza al contrario (se vi interessa guardate QUI, non se l'è cagato nessuno ma a me piace);
  • Se una persona fa 8 chiamate e manda 4 messaggi se non rispondi, vuol dire che non è sana di mente e che non è tanto sicura quanto vuol far credere (se non si tratta di tua madre, chiaro);
  • Nottiprego..a lavorare no!
  • Tenere un blog è una cosa figa.
*