30 aprile 2016

Pillole di logo (33)

Da quando ha iniziato il suo percorso terapeutico gli obiettivi logopedici raggiunti sono stati pochi. Tuttavia, quelli personali, comportamentali, umani - mi dico - sono stati immensi.
Non lo vedo sorridere come fa ultimamente da mai. E se il mio contributo rispetto a questo progresso si situasse attorno allo 0,001% penso che sarebbe comunque un qualcosa di cui potermi ritenere soddisfatta.

Resta il fatto che lui è un bambino capace di distrarsi in una stanza vuota e bianca, magari osservando il pulviscolo atmosferico raggiunto da un fugace raggio di sole. Che, peraltro, in questa giornata che sa di autunno non c'è manco per sbaglio.
Stiamo lavorando su lettura e comprensione di frasi brevi brevi. Ma molto brevi, se non si fosse inteso. In pratica lui deve leggere e, una volta compreso il concetto, lo deve rappresentare con un disegno. 
Lui diventerà un fumettista da grande. Io lo penso davvero.

Arranca sulle parole che gli ho scritto in stampato maiuscolo.
- "CI..no..CHI E DO..SSSS CUUU SA..A..LA..MAMMA!" - dice.
- Bravo! "Chiedo scusa alla mamma". Dai, prova a disegnare nel rettangolo sotto -.
Vedo che si ferma a pensare, e forse si perde nel suo rimuginare infinito.
- Allora!! Oggi ci stiamo perdendo in un bicchiere d'acquaaaa! - gli dico scuotendo la mia bottiglietta di plastica vicino all'orecchio. Lui si mette a ridere, poi prende la matita e si mette a tracciare il disegno.

Inizio a compilare la cartella di oggi e poi rialzo gli occhi. Quando lo faccio, sbuffo con disappunto.
- Ma dovevi disegnare "Chiedo scusa alla mamma"! Cosa sarebbe questo bambino con la testa pasticciata? Se stai disegnando non ti devi distrarre e fare gli scarabocchi..era un bel disegno, giusto! Mi spieghi? - dico con durezza, mentre afferro la gomma.
Lui osserva il foglio mogio mogio.
- E va bene, scusami. Era un bimbo che voleva prendere i biscotti in alto, ma ha fatto cadere la scatola e gli è finita in testa e è tutto sporco, vedi? E allora vuole chiedere scusa alla mamma perchè non si fa..non si fa vedi? E va bene, e va bene scusa..dammi la gomma -.
E sono io ora che mi sento sporca. Non in testa ma dentro. Dentro. 
E mi viene voglia di piangere.

- No, sai? È una storia meravigliosa, quella che hai inventato. È bellissima e giusta. Non c'è mica bisogno della gomma, stai facendo bene. Continua, per piacere - dico a bassa voce, piena di vergogna. Aggiunge una mamma a braccia conserte e continua come se non gli avessi fatto nessun torto, perchè i bambini sono così. Puri.
O forse perchè sanno che gli adulti sono stupidi.
- È così perchè è arrabbiata - mi dice drammatizzando la scena, tutto divertito.

Bene, penso. È proprio successo, e io non me ne sono accorta.
Devo essere diventata grande, tutto d'un colpo.

È tanto triste.


18 aprile 2016

La fiera di San Pietro.

Ricordo una sera di quando ero piccola in cui desideravo a tutti i costi andare alla fiera in città.
Solo che in quel periodo - quando ancora la Tamoil non era diventata il mostro da rinchiudere e il mio papà ci lavorava ancora - c'erano sempre manutenzioni da fare nella raffineria, e lui tornava sempre ad orari improbabili.
La mamma mi disse che non poteva assicurarmi che papà sarebbe tornato in tempo per poter fare un giro sulle giostre.

Così mi misi sulla poltrona davanti alla tele, nella mia vecchia casa, e affondai la faccia nel tessuto del bracciolo. Non vedevo niente, solo nero.
E - non so per quale assurda ragione - mi convinsi che se avessi pensato a papà che in quell'istante usciva dalla raffineria, si dirigeva in macchina, accendeva il motore eccetera..beh: lui sarebbe tornato in tempo. O meglio: sapevo che l'avrei visto comparire nell'esatto istante in cui lo avrei immaginato abbassare la maniglia della porta di casa.
Ricordo di essere stata meticolosa, quella volta. Vidi le strade, calcolai i tempi di percorrenza, i semafori che l'avrebbero visto imprecare, la cenere della sua Marlboro che sarebbe caduta dal finestrino abbassato di due dita esatte.

Non so dire come, ma la magia funzionò.
Ebbi il tempo di immaginarlo salire le scale e bussare poichè la mamma aveva chiuso a chiave l'ingresso. Poi lui entrò davvero in casa. Alzai la testa dal bracciolo e mi sentii così felice e potente che per quell'istante mi dissi che davvero bastava credere a qualcosa, per farla succedere. Fu una serata meravigliosa, e tutto sapeva di estate che stava per iniziare, pantaloncini corti e caramelle.

Ci sono dei momenti, ora, in cui mi sembra di aver esaurito tutta la mia magia. Affondo la faccia nel cuscino, di notte, ma quello che ottengo è una sensazione di soffocamento. Forse è soltanto che non so che cosa immaginarmi; forse è che il futuro pare una massa globosa e astratta, che quello che voglio non è più così netto e definito, che ciò che resta della raffineria è ipoacusia, articolazioni andate e un deposito vuoto, che alla fiera non vado più da anni, le giostre le odio e la folla mi mette ansia. Forse è che dovrei ancora desiderare cose piccole, semplici, sempliciotte.

Qualcosa del tipo: andiamo a prendere i trasferelli e riempiamo le pagine dell'agenda? Nel frattempo succhiamo un lecca lecca alla cocacola, che se stiamo attenti e non ci facciamo prendere dalla foga, la cicca nascosta sotto rimane integra da masticare. Chi ce la fa vince il primo giro sull'altalena. 
Con l'altalena si può arrivare vicino al cielo, e - se qualcuno ci spinge poi - ancora più in alto, fino a toccare le nuvole, le stelle. In men che non si dica si può annusare lo spazio infinito, per tornare infine indietro ma diversi, sì, diversi da ora. 

Più belli, più puliti.

Più pieni.
Aldo Angelo Cortina _ Fiera di paese
È morto quando io sono nata. Peccato.

3 aprile 2016

Posti.

Ho tutta l'intenzione di segnarmi tutti i posti in cui vorrei andare.
Così, giusto perchè poi non mi si dica che non ho ambizioni o che non esprimo i miei desideri. Che poi non sono così estremi. Saranno quasi tutte destinazioni italiane o comunque vicine all'Italia. Il che mi fa anche pensare che sono un po' una sempliciotta. Ma va bene così. 
Magari lo faccio anche per riaprire questo post un giorno e depennare i numeretti (viva gli elenchi). E anche perchè a parlarne un po', le vacanze sembrano quasi più vicine e possibili.

1. Le Cinque Terre. In particolare voglio vedere per forza questo paesaggio proprio da questo punto di vista:

2. Firenze. Io non ho mai visto Firenze.

3. Il lago di Endine. Mi piace.

4. Marsiglia. Sarà che mi fa venire in mente il sapone, ma mi dà l'idea di un posto pulito.

5. Il Castello di Sammezzano, Reggello. Collegabile al punto 2, dato che si trova in provincia di Firenze. Ha questa stanza. No, dico:

6. Vari altri laghi (come idea il lago mi piace, se non si fosse capito). Ad esempio il lago di Misurina e quello di Braies.




7. La Foresta Nera. Ha un bel nome. E è un verdebosco.

8. Siviglia. Fa rima con Marsiglia, e quindi mi piace. Boh. Mi pare una ragione sufficiente.

Per ora basta, dai. Se no mi viene la depressione. Ciao.