24 marzo 2014

Potere ormonale della barba vieni a me.

In questa giornata in cui mi butterei dal balcone, così, per simpatia, riprenderei un attimo 'sta cosa.

No: ne vogliamo parlare? Un uomo con la barba è dannatamente più figo di uno che al posto della faccia ha il culetto di un neonato. Vi mostro, ad esempio, i seguenti casi esemplificativi:

A. Persona interessante
B. Buuuu, sfigato.







A. Ahhperò.
B. Dì la verità: cosa hai fumato?







A. Ci stiamo stempiando, eh?
B. Ommioddeo, Jude Law!!








A. Non ho vinto l'Oscar, ma fa niente.
B. Non ho vinto l'Oscar, e sento già un rigurgito acido lungo le pareti dell'esofago.




A. Dammi 'na pagnottella, va lah.
B. Ohhh.



A. Ooooh...chi è quella str**** wac***a vicino a lui??!!!
B. Tenero. Sei tenero (no, tu rimani figo 4 ever and ever).






Ora: mi pare chiaro, no? Voglio un uomo con la barba, possibilmente un po' cicciottello sennò mi sento in difetto, possibilmente con dei tatuaggi e simpatico.
Le mie AMICHE, che conoscono i miei gusti, mi stanno sottoponendo i seguenti candidati:
















Sui numeri 4 e 5 ci potrei seriamente fare un pensierino.
Ve lo dico.

13 marzo 2014

Trincee [tipo pareti di canyon].

Si pensa (o lo penso io) che dicendo “forza”, s’intenda affrontare ciò che ci fa male.
La verità è che in questo periodo ho la potente convinzione che – a tratti – occorra mettersi in stand-by. Trincerarsi. Allontanarsi da ciò che ci potrebbe procurare danno; così, a scopo cautelativo.
Che – penso – a volere a tutti i costi combattere in un momento in cui si sa che l’armatura scintilla di meno o manca di qualche pezzo e giuntura, beh, più che forte è stupido.
Controproducente. Idiota.

Quindi, bom. Mi fermo un po’. ‘Fanculo tutto e tutti dal passato più o meno recente che mi stanno col fiato sul collo. Ho la “martinite”.
Non sto bene e ho la netta sensazione di non sapermi nemmeno prendere cura di me stessa; figuriamoci prendere le parti di altri, reggere confronti o intavolare discussioni dotate di sensatezza e spessore.

Sto nel letto col cuscino sulla testa; il campanello fingerò di non averlo sentito. Se c’ero dormivo.
La mia trincea è il mio smalto nero (che più nero di così non è mai stato), il silenzio il mio nuovo stile di vita. Al massimo infarcisco la martinite con delle cazzate e faccio ridere la gente con cose che in pochi capiranno. Tipo:

Le cartelle firmate sono sempre sulla scrivania. Babbeo.
(per non dire "pezzente!" - con lo sputacchio -).
E si saluta, evitando di sembrare tonti.
Oppure ti taglio.....l'orecchietta!!!
Grazie.


Visto? Fa quasi già ridere così. Della martinite non mi ricordo niente manco io.

Ahhà. Ahhà, ahhà, ahhà.

10 marzo 2014

True story.

-          Fino alle medie ce la facevo, ora non più -.
-          Dai, allora facciamo i test e mettiamo un punto a questa situazione. Direi che è andata avanti per troppo tempo, no? -.
Mi guardano tutte con un sorriso tirato, quando dico così. Le sottopongo alle prove di routine, e queste ragazze di 14/15/16 anni si dimostrano disturbi dell’apprendimento della madonna. Spesso compensati, dato che con la loro intelligenza hanno trovato delle strategie per fare meno fatica.

Resta il fatto che non hanno mai imparato a scrivere acqua col cq. O ad usare apostrofi. O a capire in cosa sarebbero diverse “a” ed “e”, “d” o “b” nel momento della lettura. O a trovare rapidamente la risposta ad una domanda di comprensione del testo. O a studiare in meno di 5 ore a pomeriggio per arrivare ad un 7 stiracchiato (quando va bene). O a memorizzare le tabelline.
E, nel frattempo, hanno avuto a che fare con ciclo mestruale, primi ragazzi, brufoli, peli sulle gambe, litigi con la mamma, esclusione dal gruppo dei pari. Magari anche malattie, bocciature, traslochi, divorzio dei genitori, morte dei nonni.

No, dico: si capisce, cazzo?

Le guardo e, ve lo giuro: sono ragazze bellissime. Occhi bassi, mani rosse a furia di torcersele, qualche chiazza sul collo di origine emotiva. Di solito hanno capelli lisci e lunghi.
Poi penso a tutte le volte che mi sento figa perché affermo di essere una che nella vita lotta ogni giorno.
E allora mi dico: ‘fanculo.


‘Fanculo, Martì: tu della vita non hai capito un cazzo.


8 marzo 2014

Sì, ho usato troppe parolacce.

Il primo pensiero, stamattina, è stato che in questo momento non potrei definirmi più lontana dal sentirmi donna. Ho pensato: "'Fanculo pure a 'sta festa. Viene dopo San Valentino e mi sta ugualmente sul cazzo".

Lontana dai moralismi, come sempre. Che tutte dicono "No, no: io mica vado a vedere gli uomini nudi"; ma io dico: ci sarà ben qualcuna che gli occhi se li rifà se la giornata è stigmatizzata con quell'immagine. Oppure: "Ma tutte a festeggiare di qui e di là e poi il senso vero della giornata non lo conosce nessuno!". 
A-ha, me cojoni, scusatemi: continuerò a scrivere dopo essermi fustigata a dovere.
No. La verità è che la considerazione mattutina era sbagliata: mi sento donna in tutto e per tutto e soprattutto in questo momento.

Perché un uomo non ce la farebbe. 
Avrebbe già estratto la bandiera bianca e la starebbe sventolando come un forsennato. 
Avrebbe fatto il gesto del timeout da tempo e starebbe invocando un cambio di vita. 
Negherebbe l'evidenza, dicendo: "Ma come? Mi avevano detto che si poteva cambiare identità, emigrare in una realtà parallela..non avete visto Matrix? Doctor Who? Ehm..nemmeno Ritorno al Futuro?".

...e ha pure il mio nome.
Approfitterebbe del tempo a sua disposizione per dormire, non avrebbe gli occhi spalancati alle 6 del mattino. Se ne fregherebbe degli equilibri, manderebbe tutto a farsi benedire. Chiuderebbe la porta, borbottando "Cazzi vostri". Farebbe macchinate e macchinate di mutande perché se la farebbe addosso spesso (spiegatelo a Marty Mcfly là sopra). 
Non si porrebbe troppe domande, soprattutto sulle parole da usare: le userebbe a caso. Non starebbe a pensare, la sera, se le parole da lui scelte fossero quelle giuste o ce ne fossero di migliori. Non rimuginerebbe su lacrime adulte, cambiamenti adolescenziali, su chi non si ha voglia di salutare per niente. Non lo farebbe.

Un uomo metterebbe il tutto in una scatola di cartone e lo butterebbe a mare. A mare.
Amare, invece, le donne lo sanno fare in maniera diversa. 
Amare, lo sanno essere in maniera diversa.

Sì: gli uomini sono sfigati. Fanno schifo. E Mi stanno sul cazzo.
Almeno oggi; oggi che mi sento più donna di quanto non pensassi.

3 marzo 2014

Segni al sole.

- Al sole si vedono i segni, vero? -.
Mi avevi chiesto così. Non che ti avessi detto nulla: avevi intercettato i miei occhi che scrutavano la tua fronte e avevi capito, con quel modo straordinario di anticipare i miei pensieri.
Io avevo annuito senza dire nulla, e avevo passato il dito su quelle piccole cicatrici biancastre, odiandomi perché non avevo il potere di cancellarne nemmeno mezza. Biasimandomi perché prima, a casa, non avevo posto obiezioni quando mi avevi spiegato che era stato il tuo cane a graffiarti le braccia.

Oggi c'è il sole dopo giorni di diluvio e, per strane connessioni sinaptiche del cervello, mi è venuto in mente questo ricordo di un anno fa circa.
Sì, il sole mostrava i segni sulla tua pelle mentre eravamo seduti alla bell'e meglio su una statua del centro, un panzerotto in mano e l'odore della quasi primavera nel naso. E tutto sembrava bello. Colorato.

Ma la verità è che, a forza di splendere, il sole ha palesato altre cose, oltre ai segni invisibili al buio.
Cose che non potevo accettare, ben più profonde di cicatrici autoinferte.
E allora perché? Perché anche a grattare con la superficie ruvida della spugnetta non vieni via?

Oddio, in questi giorni c'è anche 'sto cantante.
Ho sorriso subito perché mi ricordava te.
Forse perché mi è piaciuto ancora prima che iniziasse a cantare.


Punto.