26 aprile 2014

Learnings #5

1. Forse la ruota gira.
2. Rispondere male a una persona che se lo merita fa sentire bene dentro.
3. Parlare ed ascoltare fa sentire bene dentro.
4.Un po' di coraggio in più permette di arrivare a certi obiettivi che la paura non avrebbe nemmeno considerato possibile raggiungere.
5. Grosso non vuol dire grasso. Vuol dire grosso.
6. Una piccola smorfia di disapprovazione da parte di chi reputi importante fa sentire ferita.
7. Se correndo non ti ricordi più il motivo per cui lo stai facendo, allora fermati: non morirà nessuno per questo. E tu avrai meno fiatone.
8. Riprendere in mano lo smalto rosso corallo dopo tanto tempo è bello.
9. I jeans grigi hanno un loro perché. Anche le camicette verdi ce l'hanno. Soprattutto perché sono verdi.
10. Resto sempre un'autistica persona incredibilmente fisica.
11. "Una bambina" di Torey L. Hayden, è un libro che andrebbe letto almeno una volta nella vita.
Grazie A.S.S. del prestito.
12. Per carità: hai un corpo bellissimo e siamo in primavera; indossare però pantaloncini dorati inguinali in una sera dove non fa proprio caldissimo non mi può esimere dall'augurarti un cagotto fulminante seguito da una bronchite. E che sia noiosamente resistente alle cure.
13. Augurare cagotto e bronchite a un individuo odioso non fa di te una cattiva persona. Saresti stata cattiva se avessi invocato la sua morte.
14. Posso andare a letto all'ora che voglio; non ho bisogno di qualcuno che mi dica che è troppo presto.
15. Le frasi brevi con il punto finale sono meravigliose.
16. Estremamente meravigliose.
17. Sì.
18. Prima di scrivere qualsiasi cosa, occorre attendere l'ispirazione giusta. Altrimenti son tutte puttanate.
19. Devo ancora capire cosa significhi la calma che ho attualmente in corpo. Mi fa strano.
20. Un po' di musica alla fine fa sempre bene.

Perché qui la voce di Dido è inspiegabilmente calma.

19 aprile 2014

Game Over.

- Vede, mamma? Sarebbe come - facendo un esempio assurdo ed esagerato - se mi mettessi seduta davanti a un bimbo senza mani e gli chiedessi di prendere in mano una matita e scrivere -.

Rifletto su questa cosa che ho detto alla mamma di un mio pazientino, non più tardi di tre giorni fa.
La mamma ha sorriso ed annuito. D'accordo sul fatto di non pretendere certo troppo poco, ma nemmeno troppo dal suo bambino. Pretendere il meglio che possa darci con le sue potenzialità. Perché è il giusto. Perché il troppo farebbe male a lui e a noi.

E, tre giorni dopo, ci rifletto.
Perché predico bene e razzolo male.
Mi rendo conto di cullarmi in idealismo e utopia (forse); mi rendo conto di pretendere dalle persone ciò che molteplici volte hanno dimostrato di non sapermi dare. Di starci male a livello unidirezionale. Di farmi condizionare la giornata sulla base di queste richieste inesaudite.
E mi sento proprio stupida, perché sapevo di combattere una guerra persa in partenza.

Soprattutto a livello non pratico ma emotivo, sentimentale e intangibile, non si può chiedere a nessuno quello che non ha da dare. Un sentimento non si può obbligare, si può solo provare; e se non c'è, beh: non c'è.
Non ci si può restare male una, due, tre volte nel corso degli anni. Bisogna alzare bandiera bianca e affermare di avere almeno tentato di dare il proprio massimo perché emergesse.
Se non c'è è perché non doveva esserci, punto.

Occorre mettere in tasca l'orgoglio, smettere di dare capocciate ad un muro che non può crollare, medicarsi i bernoccoli, attorcigliarsi in uno strato protettivo in più, che non faccia notare la sconfitta e il proprio esserci rimasta male.
Ogni volta mi sorprendo della mia fragilità. Di quanto la cocciutaggine e la tenacia si sgretolino con poco. Il rendermi conto di tenere troppo a qualcuno che a me non tiene per niente.

La sensazione di essere un pacchetto che occupa il proprio posto. Che se cadesse dallo scaffale un giorno, potrebbe essere prontamente sostituito, come già successo con altri pacchetti. Tutti utili, nessuno indispensabile. Quell'etichetta di "seconda scelta", come con la carne, che sbrilluccica sulla fronte con le luci di Las Vegas.

Sono stata sconfitta.
Mi sono sconfitta da sola, come al solito.

9 aprile 2014

Logica maschile #1

- Sai, a volte ho la sensazione che la lista di cose da fare sia infinita, che quando ne depenno una se ne aggiungano tante in più. Come se non fossi mai al passo, sempre indietro...capisci?

- Sì. Beh. Io userei un foglio più piccolo per segnare le cose.

- Ahahahahahaahahahahah..ahahah..ahah..ah.





Non fai ridere.