28 ottobre 2013

Coraggio.

Certe persone hanno una valanga di coraggio. 
Ho detto certe, e non parlo di un qualsivoglia coraggio.
Parlo del coraggio di queste persone.
Ho spesso la visione di questa valanga di coraggio che rovina su di loro schiacciandoli sotto il suo peso.
Li vedo inglobati nella massa roteante disorientati, centrifugati ad una velocità supersonica e - a turno - a contatto ora con l'aria, ora col terreno. Sassi che si conficcano nella pancia, polvere che li insudicia, la bocca che non può nemmeno gridare, troppo occupata a cercare ossigeno.

Pregasi attendere la porzione finale di filmato, dopo il salto mortale.

Li immagino e immagino tutta quella massa di coraggio che si ritorce su di loro, e non posso fare altro che stirare la bocca in un sorriso di compatimento. Volevi fare il figo? 
Ma essere coraggioso è altro. 
E' prendersi le proprie responsabilità. 
E' far sopravvivere la propria parte bambina ma saperla mettere nello zaino nel momento più opportuno.
E' accettare di aver paura, di poter tremare un po'.

Non è certo fingere che non sia successo nulla.
Non è rinchiudersi nell'armadio con la coperta di Linus stretta attorno alle ginocchia.
Non è aspettare un po' di tempo e pensare che le cose siano diventate più sfumate.

Certe persone hanno a che fare con una azzagar che si alza sulle punte, sì.
Ma il trucco per non cadere giù è che le punte dei piedi si poggiano su due coglioni grandi così.
Non sferici ma cubici. Mica si cade se la base è piatta. E fatta di mercurio, poi. 
Ve lo assicuro.

Sarò cinica. Sarò.



27 ottobre 2013

In punta di piedi

Nel senso.
Mi sono accorta che quando bacio, bacio in punta di piedi, anche se la persona che sto baciando è alta quanto me. Se è più alta, poi (che non ci vuole molto, intendiamoci), ancora meglio.
- La smetti di alzarti sulle punte? Mi abbasso io, non ti preoccupare -, mi ha detto.
Eh, cazzo. E' vero.

Ma io sono fatta così.
Nella vita in generale, mi allungo verso le persone. Difficile che stia lì immobile a dire "Se vuoi fai un passo avanti tu, io ti aspetto". Difficile, almeno ultimamente.
Lo faccio per lavoro (esigenza, questa), lo faccio con gli amici, lo faccio e basta.
Che non si tratta di un concetto fisico eh: le tocco poco le persone. 
L'ultima volta che ho abbracciato davvero mia madre, per dire, è stato un anno fa.
E' proprio un modo di fare. Sono malleabile. Modificabile. Flessibile.
Forse è per questo che sono incoerente.

Magari la prossima volta mi metto la colla sotto la suola.
No, perché mettersi le scarpe col tacco è fuori discussione.


21 ottobre 2013

Fuggite, SCIOCCHI!

Rivangare il passato (Fig. A), dicevo qualche giorno fa. Non scherzavo.
E io vi ho avvertito (vedi il titolo). Vorrei essere sempre arguta, divertente, spassosa.
Solo a volte va così.
Fig. A)
Aprile 2013 
"...se la gente mi conoscesse davvero avrebbe paura di me..se sapesse quanto ho voglia di caffè e un secondo dopo, sorseggiandolo, penso che mi fa venire la nausea. Se sapesse delle volte in cui mi sento incredibilmente complicata, impossibile da capire, e poi mi sento così chiara e diretta, che se uno ascoltasse davvero ciò che dico non avrebbe problemi a sapersi comportare con me. Di tutte le volte in cui dico "va tutto bene così", e poi invece mi dico "non va bene un cazzo". Se la gente andasse oltre al mio verde speranza, alla cisti nell'occhio, il naso storto che si vede solo quando sorrido (così ultimamente è costantemente storto), alla mia mania di coprirmi sempre le braccia, alla ragazza che sfreccia sul marciapiede con le cuffiette nelle orecchie e ogni tanto chiude gli occhi e sussurra le parole della canzone. Se sapessero di quanto a volte mi batte forte il cuore, di quanto a volte invece sembra scappato da qualche altra parte; se sapessero come ci si sente fragili nel vedere lucine dall'occhio sinistro e sentirsi come in quei dipinti fatti da persone che si erano prese qualche droga strana. Avrebbero paura. 
Se si sapesse di quanto a volte mi sento viva e di quanto ho sbattuto la testa contro il muro o contro l'armadio vicino al divano letto o di quanti schiaffoni mi sono data da sola in certi momenti, per sentirmi viva, per farmi sentire che c'ero e che le lacrime dovevano smettere di scendere. Se sapesse di quella sera che ho dato un calcio al mobile a piedi scalzi e ho dovuto tenere il piede in ammollo nell'acqua fresca del bidet per un'ora. [...] Se la gente sapesse quanto sono forte, e quanto invece le mie mani tremano ogni tanto, di quanto il cuore salti un battito, di quella sensazione che ogni tanto mi fa diventare lo stomaco un buco nero che risucchia tutto e mi sento vuota. Se conoscesse le mie manie: il numero 7, evitare le persone che ti dicono "cara", camminare a ritmo con la musica, il caffè macchiato, i baci sul collo solo a destra, le dita sul fianco solo a destra.
Se la gente sapesse delle volte in cui ho avuto paura, il modo in cui ho avuto paura di perdermi e di non trovarmi mai più, avrebbe paura. Se la gente sapesse di quanto sono stata vicino a crollare e di quanta forza mi sia servita per non permettermelo. Se la gente sapesse...".

Non finiva così, in realtà, ma con una riga in più. "Ma tu lo sai...e rimani. E sei tanto grande per questo. ". Così era in aprile, durante un momento in cui la primavera sembrava incredibilmente vera e vicina. 
Adesso? Adesso penso che "Se la gente sapesse" dovrebbe trasformarsi in "Visto che la gente sa". E, quindi, parlo.

PS: voi, se non siete fuggiti, un po' sciocchi lo siete davvero. 
Degli sciocchi, coraggiosi verdebosco, però.
(:

18 ottobre 2013

Spariamole grosse #1

- Le cose normali e semplici fanno per noi;
- Abbiamo un sacco di ottime qualità..trovarne, di donne come noi!!;
- Se un uomo si mette in testa di prenderci per il culo, poi non lo fa perché si innamora perdutamente di noi e preferisce sparire;
- Non ci piacciono le cose piccole (e infatti le spariamo grosse) (sì, ho detto che non ci piacciono le cose piccole.);
- Non è vero che quando siamo nervose tendiamo a scrivere molti cuori verdi e fare le cretine;
- Non è vero che quando siamo incazzate agitiamo su e giù le gambe che Tesmed ci fa una pippa;
- Non è vero che trattiamo male le persone, è che le persone non capiscono un ozzac;
- Non è vero che mancano due mesi e una settimana a Natale, Natale è dietro l'angolo;
- Non è vero che ci pesa il fatto che nei momenti più demmerda tutte le sfighe sembrano concentrarsi insieme e bussare alla porta;
- Non è vero che ci rimettiamo a rivangare il passato;
- Non è vero che siamo tentate di fare telefonate a cazzo di cane tipo alle 4,30 del mattino;
- Non è vero che pur di riempire il vuoto verseremmo della benzina dentro una scatola di cerini accesi;
- Non è vero che abbiamo istinti omicidi nei confronti dei bambini;
- Non è vero che era una smorfia di compatimento, era un sorriso sincero..........;
- Non è vero che spero che ti esploda l'amplificatore vicino alla gamba destra;
- Non è vero che diciamo troppo spesso "non è vero";
- Siamo contente di vivere in Italia, abitare a Cremona in prestito e soggiornare a Crema (quel posto splendido) per tutto il resto della settimana;
- Siamo felici della nostra vita, degli obiettivi raggiunti e del nostro status umorale attuale;
- Siamo persone che amano parlare di sé ed esternare per filo e per segno i propri pensieri;
- Siamo felici, contente e appagate.

Ora però, dateci il lettore mp3 che lo alziamo a palla e ce lo infiliamo nelle orecchie fino a sentirci male.
Perché così..stiamo troppo bene oh. Star bene non va affatto bene.

14 ottobre 2013

Il PRE (dialogo fra ME e TE).

ME: Questo è un post PRE (che già mi pregusto di scrivere il Post POST..muahahah fa un sacco ridere, ehhhm no??). 
TE: PRE, di cosa? 
ME: Ehhh. Non si parla mai delle cose che devono succedere, se non sono ancora successe. Porta jella.
TE: Mmh. Puoi almeno descrivere questo PRE? 
ME: Allora. Intanto sa di freschezza. Di pulito. Di nuovo.
TE: Un detersivo?
ME: Mpfff...di "Evvai, che lo sapevo che l'autunno porta sempre novità!".
TE: Ahhà...
ME: ...di "Non ho paura, suvvia, dimmi".
TE: Ma cosa?
ME: Era un modo di dire!....di "Com'è che sorridi, che di solito hai la faccia da tre di notte???".
TE: Sì, in effetti c'hai sempre 'sto grugno!
ME: Piantala!....di smalto verde bosco.
TE: ...ettepareva! Mabbasta con 'ste smancerie metaforiche e filosofeggianti, che non le capisce 'na cippa di nessuno! 

ME: ......ok. La smetto.
TE: Oh, lè.


ME: .....in ogni caso sei antipatico.

10 ottobre 2013

Family love

- Lo sapevo già.
- Lo sapevi già??!
- Stai sorridendo come un'ebete fissando il cellulare, ahaha!!!
-Ah, lo sapevi ahahah.....


Fratello preveggente DEMMERDA.

5 ottobre 2013

Se io fossi..

- Se io fossi una lettera, che lettera sarei?
- Mmmm..la Emme.
- Lo sapevo..scontato. Perché?
- Perché quando dico l'alfabeto non sa mai se viene prima Emme o Enne, ma va bene lo stesso, che per me non è un problema.

Il riassunto di una notte è.. 
..un insieme di domande e risposte senza molto senso, ma che fanno sorridere.
..un insieme di cose che non si possono cambiare.
..un abbozzo di accettazione di se stessi come si è diventati.
..un preludio a sogni senza senso con particolari rilevanti.
..una litigata (o più di una), dei pianti, dei sorrisi, delle risate.
..paura.
..l'inizio dell'autunno, una pagina girata.
..cosa eravamo, cosa siamo, cosa NON siamo.
..un posto sicuro. Eri il mio posto sicuro.
..smettere di sentire obblighi che invece non ci sono.
..la possibilità di ricevere silenzio in cambio.
..il "non bastare", le cose che non si possono accettare, il tempo.
..occhiaie e sbadigli la mattina dopo, che tipo: 

- Ma stamattina stai bene davvero?? 
- Ehssì, Ehssì..YAHWN.