29 settembre 2013

Ricetta #2

In molti mi hanno scritto (ahahahahahahahahaha) soddisfatti dei risultati ottenuti con la Ricetta #1, così ho deciso di replicare l'esperimento. Questa volta, il prodotto finale avrà delle sfumature decisamente più malinconiche.

INGREDIENTI:
- 6 litri di pipì (causa piscèra - per chi non sapesse, è quel dover continuare ad andare in bagno, che non si capisce perché, visto che NON HAI ingerito un'anguria, 10 ghiaccioli e 3 CocacolaMaxi, o almeno non ricordi di averlo fatto, e che mamma dice "Meglio, ti stai depurando!". Ahhhà, okkei madre -);
- 1/2 domenica di pioggia, l'altra con un sole che infastidisce gli occhi e/o con un venticello stronzo che ti fa solo venire voglia di fare altra pipì;
- 1 persona da non sentire. Manco per gli auguri di Natale (va beh. Che ci sono rimasta male posso dirlo, almeno a me stessa?);
- 1 telefonata da fare sulla tazza (per via della piscèra, sempre lei. Figo poter parlare con tanta nonchalance di urina. Qui, non nella telefonata, se non si fosse capito);
- 2 canzoni da ricordare, 1 nuova (per Nicolò che forse, magari, prima o poi leggerà il post, ne ho ascoltate un po' dei Blastema. "Tira fuori le spine" mi è piaciuta. Grazie).
Riempitelo con ciò che più vi aggrada. Oddio. Suona strano.
Porre gli ingredienti sopraelencati in una bacinella, mescolare con cura, evitando la formazione di grumi di stanchezza (sarebbe utile spegnere il cellulare con la sveglia preimpostata sulle 6.50, ed unitamente a quello zittire l'orologio biologico che pare inconsapevole dell'esistenza di giorni festivi). Lasciare decantare per circa 4 h, durante le quali potrete passare un'intero pomeriggio alla ricerca di calzature adatte a quei vasi di geranio dei piedi di vostro fratello (o di un qualsivoglia parente prossimo).
Mentre vi destreggerete fra scarpe pelosette, a collo alto o basso, suola da 0.5 o 2 cm, colore grigio topo, tortora o asfalto, l'amalgama si gonfierà a dismisura (in relazione inversamente proporzionale ai vostri entusiasmo, voglia di vivere ed amore fraterno).
Perché avvenga la corretta reazione degli ingredienti, sarà necessario cantare a squarciagola le 2 canzoni da ricordare (precisazione: meglio se dei Modena City Ramblers) col suddetto fratello o parente prossimo. 
Versare il composto nella terrina e far congelare nel freezer per almeno 3 h. Quello che otterrete, una volta estratto, sarà una fotografia della vostra vita attuale.

Vi vedrete cambiati, sappiatelo. Cambiati in meglio, o in peggio; non si sa. Solo diversi da prima.
E nemmeno quel prima vi sembrerà così facile da collocare a livello temporale.
Capirete che sono poche le cose che invece sono rimaste: quel fratello a cui volete bene. Quel paio di canzoni che mica si levano dalla memoria. Quel vento che soffia e che porta pioggia, autunno, pipì. Quella strada che sa di "sto tornando a casa" e che fa venire voglia di cantare.Vi troverete nella tasca cose che prima avreste rinnegato: istintualità, incoerenza, instabilità, dolore, voglia di sentirsi liberi di fare gli auguri a chiunque si vorrebbe, il prossimo Natale.

Oh: ma la neve quando arriva?
Forse nella prossima ricetta....

2 commenti:

  1. ehi, io leggo. magari con 15 giorni di ritardo perché sono in pronto soccorso con le ossa rotte, ma leggo. :P

    La tua ricetta l'ho dovuta rileggere 2 volte (significa che per 30 giorni non mi vedrai più! :D): la prima mi ha trasmesso tristezza, la seconda qualcosa di simile alla "sfelicità", ma contornata da accettazione. E a me l'accettazione piace.

    ps: la neve deve aspettare, io ho un ottobre color porcini_da_raccogliere che mi attende!!

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    1. Infatti ho prontamente cancellato la parte in cui dubitavo di te! No, non mi sparire per un mese PLIS, DENGHIU ç_ç
      Sì, accettazione piace pure ammè.
      Sì, anche io raccolgo i funghi. Da me ci sono i chiodini, però. Il riso coi funghi, mmmmmmmmmmmmmmmmmmmhh. Ciao :)

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