2 novembre 2013

Casi scientifici #2

Seguitando per il filone meteorologico del casoscientifico#1, riporto la definizione presa da dizionari.corriere.it:

NEBBIA: Fenomeno atmosferico consistente in un ammasso di microscopiche gocce d'acqua che si forma, in prossimità del suolo o sopra superfici d'acqua, quando il vapore acqueo si condensa intorno alle particelle del pulviscolo atmosferico, offuscando la limpidezza dell'aria e riducendo perciò la visibilità.
(Fig. A)
Fig. A) Quella dietro l'albero è casa mia.
Grazie, caro Corriere.
Tutto questo per dire che sì, abitando io in una ridente località della B.P. (Bassa Padana), il sole me lo posso scordare ancora per qualche mese, soprattutto al mattino presto ed alla sera inoltrata (unici due momenti della giornata in cui esco di casa per andare a lavoro e rientro in casa dopo la giornata lavorativa).
Ebbene, questo preambolo, gente, non c'entra una mazza (Fig. B).


Fig. B)
O meglio: c'entra in senso semantico, ma fino ad un certo punto.
Il fenomeno che vi illustrerò in questo post riguarda la nebbia, sì, ma intesa in senso interiore.
Riprendendo la definizione sopra citata (che arriva dunque ad avere un senso), si potrebbe identificare come "quel fenomeno emotivo consistente in un ammasso di macroscopici dubbi esistenziali dai contorni fumosi che si forma, in prossimità di SNC (sistema nervoso centrale) e/o organo cardiaco, nel momento in cui la vita di tutti i giorni si condensa attorno ad un nucleo di sfiga e frustrazione perenne, offuscando quella già minuscola quantità di ottimismo di cui La Marti è dotata e riducendo l'esistenza ad una prosecuzione per inerzia".

Detto cioè fuori dai denti:
- persone a lavoro (non tutte e anzi la minima parte, fortuna vuole): mi state sul cazzo.
- uomini di merda che incontro sul mio cammino: mi state sul cazzo.
- persone che camminate sul mio stesso marciapiede: mi state sul cazzo.
- mondo: mi stai sul cazzo.
Stabilito ciò. Non ho la minima conoscenza di come sono arrivata a questo punto e non ho l'altrettanta minima idea di come posso andarmene da questo punto. Nebbia. Nebbia ovunque.

Andare a vendere ghiaccioli ad Honolulu (Fig. C) non è mai stato così plausibile.


Fig. C) Quella dietro l'isola NON è casa mia.

6 commenti:

  1. Bassa padana?
    Ci sono stata d'estate e non so se è peggio o meglio dell'inverno.

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    1. Per quanto mi riguarda, l'estate è peggio. Io mal sopporto la grande A.

      (leggasi AFA).

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  2. anche qui a Modena si è spesso preda della nebbia. Quella interiore, invece, mi da' l'idea di qualcosa di velenoso che si sostituisce all'ossigeno.

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    1. Ehhhm sì. Direi che è così. Benvenuti a Silent Hill (quella era cenere, cretina!!!! Lo so.).

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  3. quella mazza da baseball è plausibilissima anche con la nebbia (vera) della B.P., che quando non la tagli col coltello la puoi prendere a mazzate!

    (PS: non sono un robot!)

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    1. Va lah va lah che oggi c'è un sole che spacca le pietre (cat, me so propria mia sa dite).

      Ma nel senso che per lasciare un commento voi lettori dovete fare quella cosa scomodissima di trascrivere codici alfanumerici? Non ne ero al corrente. Se ci riesco la disabilito. O prendo a mazzate blogspot.

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