13 aprile 2019

Niente di speciale.

Negli ultimi tempi ho scoperto che le emozioni sanno - tra le altre cose - essere effimere.
Oggi ci sono - forti, chiare! - e domani, anche solo per un alito di vento, non ci sono più.

Ho riflettuto sul mio essere profondamente e inspiegabilmente emozione; su quanto, quindi, potrei essere effimera anche io stessa.
Il dolore provato in un angolo, nascosto da tutto e da tutti, allora, non ha assolutamente un senso.
Non viene compreso.
Risulta invisibile, agli occhi dei più.

Come si sente quel legno che si consuma in autonomia, senza alcuna possibilità di dare luce, calore, sostentamento a qualcuno?
Io lo so. Si sente inutile. Stupido.

È tutto.

Ho deciso di allontanarmi dal mio angolino.
Di cantare, anziché carbonizzarmi in una teca di vetro.
Di non badare nemmeno io alle conseguenze che il mio battito d'ali potrebbe provocare a chilometri di distanza.
Ad anime di distanza.
A cuori di distanza.


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