16 agosto 2015

Nemmeno se.

Nemmeno se mi perdessi continuamente chiavi, portafoglio e telefono lasciandoli sul marciapiedi o sul tettuccio della macchina.

Nemmeno se Mannarino mi dicesse che a Carroponte mi ha notata nel mezzo della folla e ha riscritto la canzone cambiandola in "Me so' 'mbriacato de Martina".

Nemmeno se dovessi sbagliare sempre strada col navigatore e arrivassimo in ritardo a qualsiasi appuntamento, costretti ad andare avanti indietro sulla stessa via per dieci volte, col trattorino che ci prende per il culo.

Nemmeno se mi comprassi decine di mantelline per la pioggia rosa confetto.

Nemmeno se dovessi impiegare ore per svegliarti al mattino, sfiorandoti il braccio e tu che mi assicuri "sì, sì", col testolino per dirmi "sono sveglio". E invece non è vero.

Nemmeno se il passato dovesse continuare a ferirti e io a lottarci contro, provando a cancellarlo col nostro presente.

Nemmeno se tutte le volte si inaugurasse il viaggio morendo di incidente stradale*.

Nemmeno se continuassi a farmi notare "patatine" per le strade e fotografare gente casuale per poi modificare le immagini e mandarmene trenta per volta (sì, bella 'sta sciura che guarda il Colosseo, ma io e te dove siamo?).

Nemmeno se continuassi a ungermi di creme di ogni tipo e io facessi SWISSH ogni volta che mi abbracci e/o scivolassi sul pavimento sbattendo il sederone (perchè mettersi ettolitri di crema "fa bene").

Nemmeno se continuassi per l'eternità a portarmi in posti dove sono morte persone, a farmi sentire canzoni in cui si racconta la storia di persone morte, a chiedermi informazioni geografiche e storiche sapendo la mia innata riluttanza per l'argomento (Quito. La capitale dell'Ecuador è Quito).

Nemmeno se tutte queste cose si avverassero io ti mollerei. Ma manco morta.
Mettilo in conto, perchè è una minaccia, sì.


Ho imparato che più si pospone il momento in cui si vuole scrivere qualcosa, più significa che si ha paura di far uscire i concetti dalla propria testa.
Perchè perdere belle cose, o comunque farle sbiadire, fa tremare un po' dentro.

*
Per non far preoccupare nessuno (..ma chi?).

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