Visualizzazione post con etichetta Cinismo. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Cinismo. Mostra tutti i post

29 agosto 2017

Incontri ravvicinati di vario tipo. Sì.

Quando si possiede una casa propria (beh, propria è dir troppo, diciamo un rifugio per la notte) arriva quel momento della serata in cui, beh, ci si deve tornare. Per me, tendenzialmente, questo accade in un periodo compreso fra le 23 e le 23.30.
Se avviene prima è perché esco con le mie amiche che, ugualmente vecchie come me, temono lo squillare a vuoto della sveglia mattutina del giorno dopo - mentre noi invano cerchiamo di ricordarci le reali implicazioni della parola 'vita'.
Se avviene in ritardo è perché il giorno successivo non è lavorativo, oppure perché sono deficiente e non ho guardato l'orologio. Nell'ultimo caso ben mi sta.

Comunque. L'obiettivo di questo post è quello di informare chiunque lo legga (siete arrivati fino a qui? Bravi!) che a quell'ora si fanno incontri ravvicinati di vario tipo. Ma tanti, eh. Questi, ad esempio:

1. La famiglia indiana di ritorno dalla festa in centro in occasione del XYZ (celebrazione che cambia a seconda del mese). Di solito un marito che cammina molto più avanti, i due figli nel mezzo e una moglie che, approfittando dell'oscurità, si alza l'orlo del fantastico vestito dai riflessi dorati - che vorrei mi stesse bene almeno un quinto di quanto dona a lei, sempre - e si raddrizza le mutande.
2. Padroni di cani che non si fidano a portare a passeggio i propri animali quando è più probabile incontrare molti umani. Cioè di giorno, come fanno tutti. Di solito si tratta di Dobermann, Alani Arlecchino, Mastini dei Baskerville, Cerberi a tre teste, Tirannosaurus Rex.
3. Ubriachi/e. Persone che dondolano ignare sul ciglio della strada senza curarsi delle auto che - tanto è tardi, non c'è nessuno - sfrecciano a 80 km all'ora. Se si tentasse di aiutarle, alcune risponderebbero che abitano , indicando il nulla. Che non c'è da preoccuparsi. Solo non vedono la loro macchina, ma ci penseranno domattina. Altre invece non risponderebbero, perché sono troppo intente a vomitare. Il suggerimento è quello di tenersi alla larga comunque vada.
4. Gli stronzi. Sono quei sopracitati automobilisti che sfrecciano a 80 km orari e che, vedendo una ragazza inerme, si avvicinano pericolosamente al marciapiede per poi piantare una strombazzata infernale nelle sue orecchie e ridere da soli. Stronzi, appunto.
5. Ciclisti. Ci sono sempre, loro. Pedalano rapidi - tanto è tardi, non c'è nessuno -. Poi ti vedono. Fingono una scampanellata. Frenano rumorosamente e ti circumnavigano che nemmeno Ferdinando Magellano. Simpatici, sì. Stronzi, pure loro.
6. Persone senza animali che, accesa una torcia elettrica nelle mani, si avviano lungo la strada che dà nei campi. Bravi, coraggiosi, di certo amanti della natura -  per carità! - però ditemi anche voi che andare così incontro all'omicidio di propria spontanea volontà è da rincoglioniti. O no?
7. Il vicino di casa che rientra ogni singola sera nel tuo stesso momento. I casi sono due: o va fatto un pensierino di una papabile convivenza, oppure ci si dovrà recare in tribunale per discutere della denuncia di stalking.

E questo è quanto. Per ora.
Credo ad ogni modo che avrò la possibilità di raccogliere nuovi campioni e monitorare la situazione notturna della mia via per molto molto molto molto molto tempo ancora. Sì.
Stay tuned.

Ma soprattutto stayin' alive.
Ciao.

19 giugno 2017

Elenco di quindici #10

Aggiornamento di questo post QUI. Ribadisco. Stai con un musicista se:

1. "Suoniamo alle 21, quindi partiamo alle 15". We love soundcheck. Anche no.
2. "Suoniamo alle 21, quindi saremo a casa per le 3 stanotte". We love anche i ritardi che fanno figo e aspettare tutte le band che suoneranno successivamente. Perchè siamo una grande famiglia.
3. "Tu prendi il borsone dei vestiti". Sì, quello con la maglietta nera col logo figo, la maglietta chiara che se fa caldo non si sa mai, la camicia che se si alza l'arietta poi sto male, la felpina leggera che metti che diventa nuvoloso, la felpa pesantina che va bene che è estate ma siamo in collina/semimontagna, i calzini doppi no che sono già infilati nel cruscotto e..ah! Le solette di ricambio che mi puzzano i piedi.
4. "Si sentiva la fisa? E la tastiera? E la voce nei cori?". Tutto questo dopo che durante il concerto lui ti fa cenni segreti che manco il miglior giocatore di briscola in coppia.
5. "Tu suoni nel gruppo?". No. "Ah canti?". No, sono la ragazza del... "Aaaah, sei la GROUPIE!". Mi stai dando della pu-..va beh. Quello che vuoi.
6. "Facci un po' di foto, mi raccomando". Fa niente se il mio Lumia fa foto sgranate e sfuocate anche se mentre clicchi fai un respiro troppo sentito.
7. "Ho pubblicato la foto del concerto, hai visto?". Ho visto. Vedo tutto. Anche tutti i "mi piace" delle zoccole, cosa credi?
8. "C'era uno che mi ha chiesto se mi andasse di suonare con lui". Sicuro. Di notte. Tra le 3 (visto che si torna a quell'ora - vedi punto 2.) e le 4.
9. "Sai quell'impegno che abbiamo fissato da un anno e mezzo? Non ci sono. Ho un concerto".
10. "Ah, fai gli anni proprio il 24? E non puoi spostarlo di un giorno che il 24 suono?".
11. "Cosa dicono le tue amiche che sono venute a sentirmi suonare? Sono piaciuto?". È chiaro che sei piaciuto, altrimenti non sarebbero nella mia cerchia di amicizie. Ma con non troppo entusiasmo, perchè non ho amiche troie, IO.
12. "Senti questo punto dell'arrangiamento in questa canzone. È un genio. Cambia tutto". Captare segnali alieni, ci stai riuscendo. Io meno.
13. "Tranquilla, ci sono anche le fidanzate di tutti gli altri". Non ci sono, mai. Perchè sono più furbe di te.
14. "È un musicista particolare. In pratica sperimenta dei nuovi suoni pur rimanendo sul classico. Ti piacerà". Farà cagare.
15. "Buongiorno amore, ben svegliata. Stasera suoniamo alle 21, ma prima del concerto facciamo le prove, quindi partiamo tra cinque minuti".

Bello de zia.

5 luglio 2015

Elenco di quindici #7

I maschi: inesauribili fonti di idiozie francamente evitabili. 
Diciamo che la lista si farà più breve, altrimenti questo post potrebbe diventare una rivisitazione della Divina Commedia. 10 punti.
Passiamo all'elenco.

1. L'utilizzo del navigatore, per i maschi, ha caratteristiche del tutto personali. Devi andare al Parco Secchia della frazione Villalunga di Casalgrande? Loro imposteranno Reggio Emilia, sul navigatore. Poi procederanno a spanne. Dopo tre strade sbagliate, la donna estrarrà il suo telefono e li condurrà a destinazione in due minuti.

2. L'esibizionismo. Agli uomini fa piacere avere delle cagnoline in calore che sbavano alle loro spalle. Viceversa, se un uomo discretamente tatuato adocchia la loro fidanzata, decidono di andarsene dal Parco Secchia di Villalunga (Casalgrande) - volevodireReggioEmilia, pardon - prima della fine del concerto. 

3. La capacità di procrastinare qualsiasi cosa è del tutto maschile. Potrebbero farsi scoppiare la vescica per via del fatto che "sì, devo fare pipì ma magari ci vado dopo".

4. Avere idee geniali. Ogni tanto ne hanno anche loro. Peccato che due minuti dopo averla partorita, cambino totalmente idea.

5. Minimizzare. Sono bravissimi. Bra vis si mi. Intendo quelle cose del tipo "Ah amore, il mio amico ci ha invitati a cena, vieni?". E, benchè lui conosca la tua innata sociofobia, arrivi sul posto e ti trovi una tavolata di venti persone. Che non si dica che non te l'aspettavi, furbacchiona.

6. L'organizzazione delle vacanze. Fosse per loro partirebbero con il fagotto; no, non lo strumento musicale, ma quello che si vedeva nei cartoni animati quando qualche personaggio doveva intraprendere un lungo viaggio. Un bastone, un fazzoletto adibito a sacco che contiene - in ordine di importanza -: lettore mp3, occhiali da sole, una bottiglia d'acqua e un sacchetto di caramelle. E a dormire: sotto i ponti!

7. L'ipocondria. Non è un modo di dire: davvero credono di poter morire per un taglietto.

8. Agli uomini piace ergersi a modello. Dovresti mangiare questo, dovresti correre di più, dovresti prendere il costume a due pezzi, dovresti provare a fare quell'altro. Se cedessimo, si troverebbero a convivere con esatte copie di loro stessi. È giunto il momento di far loro sapere che il nostro comportarci come pare a noi è in realtà un brutale sacrificio d'amore. Vi amiamo.

9. "Come stai? Dove vivi ora? Lavori ancora lì?". Gli ex uomini sanno ricomparire alla cazzo e inondarti di domande a cui non risponderai. Non si vergognano. Anzi, aggiungono pure: "Oh, non volevo riallacciare rapporti eh, inutile che non rispondi! Volevo solo sapere se era cambiato qualcosa!". Sì. Non ci sei più tu e io sto bene, cretino.

10. "Amore ti scoccia se suono dieci minuti? ". NO, QUESTO FACEVA PARTE DI UN ALTRO POST. E comunque suona, che mi piace. 

Tanti cari auguri di buone vacanze, Calimero.
ps: in realtà io il mio Calimero lo amo tanto. ♡

14 marzo 2015

Learnings #8

1. Iniziare un learning con delle spiegazioni a volte è eccessivo. Allora dico: ti amo.
2. Se il filo si sta sfilacciando a volte è inutile aggrapparsi con tutte le proprie forze all'ultimo lembo intatto.
3. Fregarsene non è mai stato tanto facile.
4. Le dita e i polpastrelli sono rapidi, mi manca il ritmo.
5. I pensieri nella testa e le decisioni sono rapide, mi manca il fiato per farle uscire dalla bocca.
6. Col cazzo, non è vero.
7. Non voglio rappresentare nessuno, se non me stessa.
8. Odio dottori e antibiotici, in quest'ordine.
9. Non è bello avere uno stetoscopio sulle tette per cinque minuti, anche se qualcuno ti assicura che il tuo cuore batte. Tranquilla.
10. Sono idonea anche dopo 4 anni: posso lavorare. Sticazzi.
11. Meno male non sono di nuovo nel 2013.
12. LA TRECCIA, PORCACCIA LURIDA! Com'è che l'ho scoperta solo ora?
13. "Hai quasi trent'anni!". Cazzo dici? Porco Giuda. È vero.
14. Cazzo c'entra Giuda?
15. Stai bene? Al venerdì sera alle 19.16 si sta sempre bene. Da Dio, oserei dire, vecchia arpia.
16. Io ho le ferie contate, devo chiederle con cortesia, sono un favore concessomi da uomini/donne di buon cuore. Ringrazio sentitamente.
17. Nessuno mi ha chiesto di mettermi tra due fuochi, se mi facevo i cazzi miei da subito campavo cent'anni di più e mi sarei risparmiata tanti litigi. Ringrazio sentitamente due volte, con la riverenza.
18. Fai la riverenza, fai la penitenza: guarda in su, guarda in giù, dai un bacio a chi vuoi tu. A Giuda, tanto per essere controcorrente.
19. Vedere un briciolo di sole non ti autorizza ad aprire tutte le finestre di casa e farmi gelare il sedere, madre.
20. I bambini hanno il moccolo al naso. Ma quello potente eh.

Be happy.

27 gennaio 2015

Con due "ci".

È per via del fatto che quando una arriva al tetto, poi ha due alternative: o si butta giù o urla con quanto fiato ha in gola.
Non starà a guardare gli ipocriti che si fingono vittime essendo nel frattempo parte integrante - e pure subdola - del problema. Non baderà molto all'arrotondamento degli spigoli ma farà avvertire tutta la loro durezza. Non farà riferimento al fatto che le incombenze per essere tali necessiterebbero di approvazione da parte dell'individuo che le subisce, lungi lui dall'essere mulo da soma.

Non saranno questi i dettagli importanti.
Il fondamento starà invece nel disincanto, nella facilità con cui quest'una sul tetto ci sia arrivata, e non si sorprenda neppure di vedere metri e metri sotto di lei, senza nemmeno avvertire un poco di vertigine.
Il fondamento starà nell'amarezza, quella sensazione di affanno per non si sa più quale corsa, verso quale meta, con quali gambe, lo stomaco e lo spirito gonfi di cosa.
Ritratti gli artigli e abbassata la coda ad assenso, resterà soltanto una sagoma da riconoscere in fretta.
Un felino. Quello sul tetto sarà un felino, sì.

Una micia, con precisione. Una di quelle con due "ci".
Occorrerà badar bene ad avvicinarlesi con del fuoco, poichè lo scoppio sarebbe immediato e inevitabile.
Risparmiategliele, alla micia con due "ci", le scenate patetiche. I grandi, quelli veri, lo sono perchè si sentono piccoli, non perchè ergono palizzate di superiorità. Lo impara ogni giorno, entrando nell'auletta blu ed uscendovi con grandi saggi e trattati provenienti da esserini al di sotto del metro e cinquanta.
Non usate ironia, lei la padroneggia assai meglio, a tal punto da servirsene da scudo per sopravvivere negli anni, che ormai sono quattro. Non crediate che quelle siano crepe, son cicatrici.
Quelle da micia che combatte per non cedere alla paura, e mica del buio.

Che - sappiatelo - la micia, proprio lei, con occhi magici lo sa: il buio vero, quello dei mostri cattivi e delle streghe occhi di giada, non è quello della notte che spunta la luna e non si scorgono più ombre, no.

Il buio di cui aver paura è quello che viene da dentro, con rabbia e angoscia.
È il buio di cuore malato, vuoto, nero.
Solo.

6 dicembre 2014

Elenco di quindici #4

Tempo di quasi feste, tempo di desideri, di "e se..?", di viaggi con la fantasia.
E allora viaggiamo nel meraviglioso mondo delle ipotesi.
Di seguito, l'elenco di 15 delle cose che vorrei, vorrei tanto, dire a qualcuno. E libertà sia.

1. Domani sarò mestruata, quindi è meglio evitare di rompermi i coglioni oggi.
2. No, signora, non lavoriamo ancora di sabato per necessità varie. Lei invece da quando è costretta a praticare sesso anale?
3. Sì, ogni tanto vedo lucine negli occhi, mi si informicola una mano o metà faccia, il tutto seguito da emicranie lancinanti. È tanto simpatico sentirsi dire "che culo che vai a casa a dormire, anche io mi faccio venire un po' di mal di testa magari". Simpatico quanto soffrire di dissenteria il giorno di Natale.
4. Non ho una stracazzo di opinione in merito, sto dicendo sì sì perchè non avrei elementi per argomentare il mio dissenso.
5. Dovevo spaventarmi, raggelarmi? Sono - credimi - solo amareggiata che il mio responsabile mi consideri un pacco facilmente sostituibile e che consigli al "suo team" di cercare altrove se c'è malcontento.
6. Se appoggi cose l'una sopra l'altra sino a farne una torre, poi non sorprenderti se i mattoncini ti cadono sopra al mignolo del piede.
7. Non sorprenderti che un mattoncino che cade sul mignolo del piede faccia male.
8. Grazie per essere il mio motivo per sorridere; qualcuno ti considera semplice soluzione a molti problemi, ma non è così. Sei molto di più, sei problema e soluzione. Sei male e bene. Sei dolore e gioia. Sei vita.
9. Sono stufa di ascoltare, di leggere per altri, di scrivere per altri, di pensare per altri, di parlare per altri, di pazientare, di fare silenzio, di ingoiare rospi, di far finta di niente, di soprassedere, di accontentarmi, di mediare, di mantenere la calma, di non avere tempo, di respirare piano, di stringere i denti.
10. Non avrai mai il mio consenso. Non dopo che ho scoperto chi sei veramente, non dopo le idiozie, le manie, le cose inutili, le cattiverie, le macchinazioni che ho sentito uscire dalla tua bocca.
11. Ah. Non vuoi fare il puzzle delle principesse con me e chiudere la bocca quando dici "pa", continuando a dire invece "ha"? Benissimo, bambina: esci da questa stanza, vai in segreteria ed informa tua madre che hai deciso di rinunciare spontaneamente alla terapia contro il parere della logopedista. Vai, e apponi la tua firma in calce con la data corretta, grazie.
12. La tua voce mi fa piangere ed è qualcosa che va oltre la tristezza o la felicità, e non te lo so spiegare. E le tue canzoni ormai mi seguono e fanno da contorno alla mia vita e se dovessero sparire un giorno, dimmi: io - senza cornice - dove cazzo finirei?
13. Sogno di prendere colori tra le mani e spalmarli sulla faccia, ma non capisco perchè poi qualcuno dovrebbe sgridarmi. Perchè le persone sgridano i bambini quando si pitturano la faccia?
14. Difenditi da sola. Io l'ho sempre fatto, e quando sapevo non ce l'avrei fatta, ho evitato di mettermi nella situazione di dovermi difendere.
15. Natale, dove sei? Voglio le luci, il freddo, i campanelli, la neve, le guance rosse, le canzoncine, le ferie e i glitter colorati di cui rivesti ogni cosa senza preoccuparti di sporcare o dare fastidio, che a te nessuno poi ti sgrida se sporchi le facce della gente. Tu puoi.


24 settembre 2014

Elenco di quindici #1

Le frasi più improbabili sentite pronunciare - o palesemente pensate - da esseri umani di sesso maschile:

1) Ma non possiamo provare, dico tentare, solo a scopare e nient'altro?

2) Vediamo cosa c'è in questo armadio.. (la prima volta che entrano in casa tua)

3) Tette. Tette. Tette. Tette.

4) No perché dico: mi lava, mi stira, mi fa da mangiare..perchè dovrei uscire di casa?

5) Voglio morirci, qui in mezzo (cit. Frase 3)

6) Oh, che domanda da quindicenneche mi hai fatto (alle 21.34)

7) Mi pitturi un'unghia di nero?(alle 23.04)

8) Ma sei sicura che vuoi stare con me?

9) Sono serio.


10) Venire da te solo per un caffè per me sarà molto difficile, però ci provo.

11) Gioco a calcetto, coltivo un orto e la domenica vado a messa.


12) Giuro che tengo le mani in tasca, non ti tocco!

13) Fidati di me.

14) (dopo mesi che uno lo usa) Ah, quel soprannome mi fa cagare.

15) La donna va capita.
Palle rotanti, venite a me.


30 agosto 2014

Dammi tre parole.

Tre cose. Ci sono tre cose che proprio fatico a tollerare.

1. La stupidità. Da non confondere con l'ignoranza: c'è gente ignorante che mi bagna il naso e che sa tenere testa agli altri con la forza della concretezza che possiede. Mia nonna era semianalfabeta, manco aveva finito le elementari. Ma era una buona persona e sapeva il fatto suo. Aveva un orto splendido e la sua casa profumava sempre di buono. Gli stupidi sono quelli che si fermano alla superficie delle cose, che non chiedono perchè è meglio cosí, che non si interessano perchè sono troppo concentrati ad essere stupidi. Non si riesce a parlare con gli stupidi, perchè non colgono il senso celato dietro alle parole, le note tra una riga e l'altra, i doppi sensi, l'ironia. Sono noiosi e mi fanno sentire frustrata.

2. L'ingiustizia. Ne vedo tanta, soprattutto col lavoro che faccio. L'esistenza di bambini infelici dovrebbe essere illegale. Dovrebbe essere bandita dalla realtà, lasciata solo per registi o scrittori che vogliano sbizzarrirsi con la fantasia in opere tristi. Ma, a dire il vero, l'ingiustizia non c'è solo nel mio lavoro; dilaga ovunque: nella vita di tutti i giorni, nella famiglia, nella politica. Ovunque. E spesso resta impunita, cosa che è ancora più ingiusta dell'ingiustizia. Resta nascosta, resta muta. Ingiustizia è vicolo cieco, è peso sul petto, boccone incastrato in gola. È quanto di più letale ci sia per il guizzo, l'inventiva, la voglia di cambiamento: se esiste ingiustizia, spesso molti tentativi, ipotizzabili vani, non vengono nemmeno fatti. Ingiustizia è ristagno.

3. La mancanza di rispetto. Mamma e papà me li hanno inculcati forti, i miei valori. Tra tutti, sceglierei il rispetto quale più importante. Rispetto è a volte tacere, o rendere il proprio intervento il più cauto possibile, perchè a volte ci sono equilibri che un piccolo atto poco pensato potrebbe ribaltare. Rispetto è ascoltare, capire e voglia di conoscere. Rispetto è mai giudicare, se non si sa. La mancanza di rispetto mi coglie impreparata, la maggior parte delle volte. Non sono una santa, ma sono quella che sorride alla cassiera e dice "Grazie, buona giornata", e "Oh, mi scusi", e "Permesso". Il rispetto è alla base di qualsiasi rapporto, futile o importante che sia. Senza rispetto non vale la pena di costruire castelli o riorganizzare la propria esistenza.

Di questi tempi ho incontrato parecchi stupidi, ho avuto a che fare con grosse ingiustizie (personali e non) e mancanze di rispetto.
Vogliate scusarmi se non sono proprio di un umore eccelso, se non mi va molto di uscire e incontrare nuova gente da conoscere, plausibilmente molto simpatica e gentile. Penso di avere finito la mia scorta di pazienza e di menefreghismo, per ora; diciamo che sono in fase di ricarica?
In realtà mi girano parecchio i coglioni.


13 agosto 2014

Ommioddeo.

- Non te la faccio nemmeno, la domanda. Tanto ho l'assoluta certezza che mi dirai di no -.
- Oh, eddai! Mi incuriosisci, che ne sai? -.
- Lo so e basta -.
- Tu prova! -.
- Ok, ma ti dico che lo so. Ti andrebbe di farti incatenare a doppio lucchetto in una cassa di legno col coperchio inchiodato e farti gettare nell'oceano in prossimità di un branco di squali a digiuno da tre giorni? -.
- No. -.
- Che ti dicevo, I knew it -.


Porco diavolo oh. Sei un cazzo di indovino.

9 giugno 2014

Viva i sinonimi.

Siccome riconosco di essere una persona alquanto scurrile e in questo periodo dell'anno la mia indole da scaricatrice di porto si palesa in tutta la sua disarmante loquacità, in questo post farò utilizzo del dizionario dei sinonimi. Si sa mai che qualche lettore ne uscisse scandalizzato.
L'argomento è questo: il caldo MAIALE.

Le vedo, quelle sculet..ancheggianti signorine dotate di occhialetti da sole all'ultima moda (quelli con la montatura di plastica colorata tendenti ad avere una forma nerdica, per intenderci), con le loro macchinette fotografiche marca "Riflesso", le loro gambe perfette adese agli shorts e le canottierine leggere.
Posso descrivervi le fotografie risultanti a memoria, tenendo gli occhi chiusi.

Luce altissima, a voler dimostrare quanto ca...diamine il sole di quest'oggi brucia la pelle, primo piano sul volto a voler mostrare quanto ca..perdirindindina i loro occhi siano azzurri (il 65% ha gli occhi azzurri), e quanto già si veda (vedete??vedete??) il segno dell'agognata abbronzatura.
Il restante 35% punterà chiaramente o sull'accecante biondaggine della capigliatura o sull'indicibile perfezione delle proprie gambe allungate sulla sdraio o sul tappetino in spiaggia.

Ebbene, vi dirò: quella che parla è la voce dell'invidia. Sì.
La mia carnagione fa riferimento a quella del conte Vlad (era fottu..dannatamente morto, nel caso vi sfuggisse), ponendosi fra le nuances del latte e dello yoghurt magro. Le rare volte in cui mi sottopongo a manciate di minuti (ho detto minuti, sì) sotto al sole senza protezione, il risultato è questo:
Che posa SESSSSSI.
Uno dice: va beh, durante il giorno ti conviene stare rinchiusa nel tuo bunker personale o cambiare lato della strada a seconda di dove si posizioni il sole proiettando la sua ombra. Va beh, dai. Di sera però è piacevole uscire con la libertà di non indossare sciarpe e cappottoni.
NO: NON AVETE CAPITO. Da recenti studi scientifici è stato accertato che la mia personale qualità di sangue è la più apprezzata da zanzare ed insetti simili. Ergo, evitando l'effetto Gabibbo sopracitato, il risultato che in ogni caso si andrebbe ad ottenere sarebbe questo:
Oh. Cielo.
Che si parli di effetto Gabibbo o di effetto Pimpa, diciamolo in maniera univoca: il risultato fa ca..evacuare.
Per cui non ci sarebbe degna conclusione per questo post se non dicessi, dizionario dei sinonimi alla mano e senza incespicarmi manco una volta: "Cara, irresistibilmente affascinante estate: mi stai sul pene".

13 maggio 2014

Prendetemi come sono.

PERSONE NORMALI
-          Oggi ero un po’ triste perché mi manca avi..
-          Oh, che tenero..ma chi è avi? Hehe..
-          Oh quanto son scemo, la vecchiaia galoppa insieme al correttore automatico: tu mi MANCAVI… :P
-          Owwwwww….

IO
-          Oggi ero un po’ triste perché mi manca avi..
-          Owww che tenero..ma chi è avi? Hehe..
-          Avi, non ricordi? Il ragazzo vietnamita dello scambio interculturale….


ESATTO. IO.

27 febbraio 2014

Non detti.

- Ehi, ciao!!!
- Oh. Il desaparecido.
- Come stai???!!
- Bene.
- Son felice per te!!
- Son contenta che tu sia felice.

PS: mi piacerebbe cospargerti di miele e poi liberarti nel parco di Yellowstone, giusto per aver conferma che con la tua faccia di merda riusciresti a fregare anche Yoghi e Bubu.
Coglione. 

17 febbraio 2014

Ca**i vostri.

1. Dio grazia che non ho avuto tempo per collegarmi ad Internet e la linea ADSL a casa non funzionava proprio in concomitanza del periodo Sanvalentinesco [zio caro, che schifo].
2. A tutti quelli che su facebook "adesso arriva il momento di tutti quelli che odiano i post su San Valentino, che sfigati": MUMMIFICATEVI VIVI [Voi e le vostre dolci metà!].
3. Quanto squallore c'è nel girare una domenica mattina in cerca di scarpe da ginnastica e tornare a casa a mani vuote e con la depressione alle stelle?
4. Che figata è fare una scappata il pomeriggio, quasi senza speranze, e acquistare un magnifico paio di calzature color verde oliva e un altro color cammello [che solo io le ho e guai a te se le compri e in ogni caso starebbero meglio a me]?
5. Litigare. Litigare. Litigare. Lo vuoi capire che non ci dobbiamo sentire? No? Scrivi ancora e litighiamo ancora, allora. Per dare aria alla bocca e farci venire un'ulcera [ah già, sarebbe il minore dei tuoi problemi].
6. Tizio che arrivi a casa e mi installi il modem nuovo: non c'è bisogno di fare il ciuttone con gli occhiali a casco sulla pelata lucida; bastava che me lo dettassi, il codice. No, no; devo: 
- portarti il portatile, 
- farti collegare il filodelcazzo
- farti aprire Explorer (Explorer??? Non hai notato Chrome, nell'angolino??? Non sai quanto cazzo è più veloce??? Ma fai tu, prego, avanti, oh esperto dell'internautica), 
- farti andare sul sito, 
- fare copiaincolla, 
- aprire il prompt dei comandi (vorrei che lo pronunciassi, scandendo bene: PROMPTDEICOMANDI
E dopo mi guardi e mi dici "Tutto a posto!" [ci mancava solo un "..Ciccia!" aggiuntivo, e lì sì che ti scuoiavo vivo].
7. Mangerei un maiale vivo..ma perché? [zio caro, che schifo, ma mai quanto San Valentino]
8. Scrivere insensatezze è figo.

Vi amate? Cazzi vostri.

31 gennaio 2014

Settimana ketchup.

Rapido elenco (amo gli elenchi) delle cose che mi fanno reagire male:

- "Per qualsiasi cosa, richiestina scritta: firma vostra, sigla mia...e siamo a posto". NO, tu non sei a posto.
- "Sarebbe diverso, ora lo so". La diversità sta nel tirare il pugno al tavolo il giovedì e trovare il livido il venerdì pomeriggio, anzichè pigliare a testate il muro e farsi sanguinare il naso subito?
- "Ah, tu sei nella tua settimana ketchup". Chiamala ancora così, e ti faccio assaggiare l'assorbente (Fig. A).
- "Va bene dopo le 18?". Certo. Se vuoi venire anche al turno di notte, tipo dalle 23 alle 23.45, forse ho ancora un posto libero per fare logopedia. Anzi, tagliamo la testa al toro: domenica mattina alle 6.30. Enonseneparlappiù.
- "Ci sentiamo domani", e poi spariscono (x2). Il periodo Asilo l'ho finito da un pezzo, perciò il "Gneggnè non ti parliamo più", cede abbondantemente spazio al "Siamo due inutili idioti arrivati alla maggiore età per oscure ragioni tuttora da scoprire".
- Iperosmia. Quando ho il ciclo soffro di iperosmia. Quindi lavati, zio bono, che fai cagare.
Fig. A)
- Se deve nevicare, che nevichi. Cazzo vogliono dire tre batuffoli in croce e poi il diluvio universale??! Fuck.
- Passi davanti e chiudi il mobiletto; mi sposto e lo riapro. Ripassi e richiudi un'anta del mobiletto. Stacco il post it e ripassi per andare al cesso e chiudi il mobiletto. Capirai che se lascio le cose a metà non è per difetto, ma per virtù: son talmente brava che non ti spacco la faccia.
- "Non ho potuto farlo". Non si può far del male alla gente, non si può chiudere un rapporto, non si può tenere il muso a qualcuno. Leggere un cazzo di elenco di trenta parole si può fare. Anche mentre stai pisciando, brutta vacca infingarda.
- "Ti darebbe fastidio se..?" "No", "Ma sei proprio sicura? Non vorrei.." "No, fai pure", "Ma sei sicura sicura sicura??". Ok, mi dà fastidio.
- "Non hai risposto". Hai ragione, eri la quinta persona oggi con problemoni esistenziali.
- "Ci amiamo e sarà così per sempre". A-ha. Ma tu non avevi detto che saresti morto presto?
- "Chi taglia il legno dei boschi?" "Il Boschirolo". Dai, almeno non è il Boschettiere come la scorsa volta. D'Artagnan ringrazia starnutendo (Fig.B).
Fig. B) Lancia la frecia/ammazza la vecia

26 gennaio 2014

Learnings #4

Per il numero tre: QUI.

1. Il silenzio è più comodo delle parole.
2. Un silenzio dopo aver posto una domanda fa sentire fottutamente stupidi.
3. Nessuno che fa domande è stupido, ma non è una consolazione al fatto di non ricevere una risposta.
3.1 Se tagli uno stuzzicadenti in punta, puoi fare dei fantastici pois color borgogna sullo smalto verde petrolio.
4. Sentirsi una seconda scelta è un modo di essere.
5. Nessuno dovrebbe sindacare sul fatto che una persona si senta una seconda scelta, vuol dire che la sua vita l'ha portata a crederlo.
6. Se la vita porta a credere di essere una seconda scelta, vuol dire che non è stata una passeggiata.
6.1 Se hai 38.3 di febbre, ti puoi fare una cultura riguardo la tv spazzatura del sabato pomeriggio.
6.2 Fottutissima damigella: sono o non sono io la sposa? E allora il vestito me lo scelgo come voglio io!
6.3 Buddy: voglio uno dei tuoi fantastici cannoli. Ora. Spediscimelo col furgoncino.
7. Essere difficile non esclude il diritto di trovare una persona che sappia tenerti testa.
8. Riuscire a resistere all'impulso di gettare il pc fuori dalla finestra del terzo piano e rispondere "ok, spiegami", è segno di grande maturità (o del fatto che ami il tuo pc).
8.1 Duecentotrentasei. Le volte che mi sono soffiata il naso (pron. DASO) oggi.
8.2 Ho già detto dei pois color borgogna? Ah.
9. Fidarsi è una questione di comodità.
10. Non si ascolta solo con le orecchie.
11. Più giovani/più vecchi è uguale, ve l'assicuro.
12. Sarò una logopedista atipica: non parlerò mai più con nessuno.
12.1 Il vento spazza via le stronzate, resta solo la verità. Che a volte fa male.
12.2 Oh ma quanto sono simpatica e positiva io, in premestruo?

Io.

21 gennaio 2014

I favolosi anni '80: MA DOVE???

Ringrazio sin dal principio l'amica A.S.S. per lo spunto, come dire..gggeniale!

Dicevamo - per l'appunto io e A.S.S. - che i favolosi anni '80 hanno rappresentato un decennio importante, di grandi svolte positive e negative. Di rinnovamento e rivoluzione.
Si pensi alla dance di quegli anni. L'omicidio Lennon. Il crollo del Muro. I giochi Nintendo. I look sobri che manco Lady Gaga (Fig. A). Madonna con "Like a Virgin". Chernobyl. La scoperta del buco dell'ozono.
Cioè: ammazza.
Fig. A) Raro esemplare di upupa variopin...ah, no. Cindy Lauper.
Beh. Io e A.S.S. facciamo risalire a quel periodo ben altro.
Nuove tecnologie? Esplosione dei media? Nuove tendenze nella moda?
Ma no. Ma no. MA NO.
Per l'appunto.
I "favolosi anni '80" sono stati la culla del concepimento e della messa al mondo della più immensa popolazione di esemplare maschio umano rincoglionito che sia mai esistita.
E' così, non ci si scappa. Lo dimostrano le nostre esperienze maturate nel ruolo di "sfortunate ragazze fine anni '80", I tentativi sono stati molteplici, lo giuro. E gli animi hanno lottato a lungo prima di dichiarare la sconfitta: i maschi anni '80 proprio NON CE LA FANNO.
Nun ce so. Nisba. Nada. Zero al quoto.

Riflettendo, abbiamo capito che non ci restano altro che due opzioni sulle quali buttarci. Traslare:
A) sui quasi adulti (ma quando mai??!) degli anni '70;
B) sui rappettari, minchiazzioh, stramegapauer degli anni '90.
Oh. Mi vergogno un po' a dirlo, ma io ci tenterei con questi.

Ahò. Uozzap, 'bro??

10 gennaio 2014

'Sta cosa dello zainetto.

Quando studi, 'sta faccenda dello zainetto te la condiscono su bene.
Che quasi arrivi a pensare " 'Sticazzi, è una roba figa". Puttanate
In sintesi, il concetto è questo: quando pratichi una professione di cura, devi immaginare di possedere una sorta di magazzino virtuale in cui versare tutta la merda quotidiana. Alla fine della giornata, questo magazzino viene chiuso e lo zainetto deve essere tolto dalle spalle e lasciato ai piedi del tavolo nello studio. 
In soldoni: i pazienti non vanno portati a casa.
Che dicevo sopra? PUTTANATE. Sì.

Io mica ci riesco. E non so se questa cosa mi farà sclerare a breve, entrare in burnout precoce, o se tra qualche anno sarò davvero ad Honolulu a vendere ghiaccioli.
Ma penso anche che sia quello che fa di Martina la Logopedista Martina. 
Diversamente mi sentirei un peso enorme sulla coscienza. Sentirei di non fare abbastanza.
C'è chi mi tirerebbe le orecchie, sì.
E' che in realtà, questa cosa dello zainetto si dovrebbe attivare sempre, a vederne il principio.
Mettiamoci dentro una casa sfasciata e un bimbo che ti chiedi cosa diventerà da grande.
, quel mescolino a cui non sai resistere e che ('stavolta non ti chiedi perché lo sai) da grande diventerà una difesa multistrato difficilmente oltrepassabile. , quello che a otto anni non sa il nome di sua madre.

E, però, mettiamoci anche dentro quei pugni al calorifero. Le gallette come cena, l'intestino che ti manda a fare in culo e le lacrime. Uomodimerda che sta facendo esattamente quello che - col cuore (non solo quello) in mano e le difese (non solo quelle) abbassate - gli avevi supplicato di non fare. Persone che t'inculano col sorriso sul volto e facendoti credere di essertelo meritato. Incertezze per il futuro (inteso tra 6 mesi o la prossima settimana). La neve che non arriva, quest'anno, e io mi chiedo perché non me la stai facendo cadere (nonna, se mi senti: do cazzo stai?). La solitudine in mezzo alle persone.
Eccetera eccetera eh.

Perciò: sarà l'influenza del filmetto visto la scorsa settimana (che mica me lo perdo che lo danno due volte l'anno per l'Epifania e la Pasqua e io me lo cucco bella bella svaccata in cucina) ma ho pensato che, essendo astronomica la mole che dovrei metterci dentro, tanto vale prenderlo buono, 'sto zainetto virtuale.
E mo' la sparo grossa (che ci piace, ohhsì che ci piace). Lo scelgo bene.

Prendo quello là che ci posso mettere dentro un appendiabiti, uno specchio e una lampada.
E un metro che mi dirà che sono PRATICAMENTE PERFETTA.
Vabbè, i fiori me li farò piacere. Per una volta posso far finta di essere quasi una femmina.

Quella lì a sinistra, grazie.
Metti che poi mi metto pure a volare, voglio dire.

Una buona occasione per levarsi tutti dai coglioni.

29 dicembre 2013

Cinismo postnatalizio.


- Oh! Che begli occhioni che hai in quella foto!
- Grazie, invece tu hai sempre la faccia come il culo.

21 dicembre 2013

C'è sempre qualcosa dietro

Correva il Natale 2012.
Nella mia stanzina donavo biglietti colorati che auguravano buone feste ai miei pazientini, e alcuni di loro portavano in cambio un piccolo pensierino.

Arriva il turno di XYZ.
Capelli lunghi, fiocchi vistosi, posto fisso nel coro ecclesiastico e matite portate da casa con disegni di pecorelle e il motto "Il Signore è il mio pastore".
La mamma si avvicina.
- Mardiina, un biccolo penzierino! -. La ringrazio e le assicuro che lo aprirò appena entrata in stanza con la bambina, dicendo che comunque non avrebbe dovuto farlo. Non immagino quanto REALMENTE non avrebbe dovuto farlo.

Una rosa  color rosa antico finta, con i bordi punteggiati da brillantini dorati (che finiranno puntualmente dappertutto).
Un calendario 2013, dal titolo "365 frasi della Bibbia, giorno per giorno. Riscopriamo insieme il Vangelo e le parole di Dio".
Sul cartoncino posteriore, con una calligrafia tremula, un augurio che mi commuove: "Il Signore ti benedica, Martina. Grazie per tutto ciò che hai fatto per XYZ".
E un po' mi sento merda eh.

Date le premesse, cercate di capire con quale stato di angoscia io abbia affrontato l'arrivo, quest'anno, di XYZ (capelli un po' più corti ma sempre tanti fiocchi e un'inclinazione per il canto sacro) con un pacchettino per me. Dice "èpèttè" (trad: è per te). "Grazie!", rispondo deglutendo. Lo apro.
No dico: uno smalto verde petrolio. Una matita per occhi verde brillante. Una stecca di cioccolato al latte. Un calendarietto portatile.
Alzo la testa ammutolita. Non capisco. Poi, in un lampo di lucidità, mi viene un'idea.

Giro il calendarietto e sorrido, sollevata. Una scritta in grassetto fa capolino ammiccante:
"SEI DAVVERO SICURO DELLA TUA SCELTA RELIGIOSA?".

C'è sempre qualcosa dietro! (cit.)
Subdoli. 
Subdoli cristiani portatori del messaggio di Dio: non mi avrete mai!

9 novembre 2013

Messiahhh


- Papà, scusami: perché hai tagliato in tre strisce la sottiletta per poi metterla nel panino identica a come se fosse stata intera?
- Ma no, ma no: gli interstizi tra una striscia e l'altra fanno ingrandire la fetta..vedi?


Ok. Una domanda: perché nessuno ci ha mai pensato?
Mandiamolo nei paesi del terzo mondo, a moltiplicare sottilette.
Lui, Don Guido da Nazareth.
Il nuovo Messiahhh.