Due notti fa stavo cercando di estrarre qualcosa dalla bocca di chi qui non ha ancora etichetta. Nulla di incomprensibile, dopotutto: è la mia proiezione di ciò che vorrei accadesse. Un po' meno silenzio e più condivisione. Ma so che non è il momento, perché siamo entrambi in vacanza. Almeno credo. Ad ogni modo stavo estraendo qualcosa di grande e sporco, che aveva le sembianze di una foglia di sottobosco umida e incrostata di terriccio. Ci sono argomenti, ultimamente, di cui so gli costerebbe parlare. Ma me ne ha accennato, mi ha accennato di come lo fanno stare, e questo è qualcosa di nuovo, a tutti gli effetti.
Stanotte invece ho sognato che un amico perdeva un pollice. Era una situazione strana per cui ci arrampicavamo su delle rocce per sfuggire da una trappola, o qualcosa del genere. È la classica eventualità che nel plot di un film d'azione farebbe pensare allo spettatore "ma non ne avevano già passate abbastanza questi? Pure il dito mozzato?". Tranquillizzavo sua moglie in lacrime e continuavo ad arrampicarmi.
E ora mi sento frastornata. La faccio, la colazione, non preoccupatevi (ma con chi parlo, di nuovo? Chiamatemi Giovanna d'Arco).
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