20 agosto 2021

Chiamatemi Giovanna d'Arco.

Oggi mi sento un po' più frastornata del solito. La colpa è di tutti questi sogni che popolano le mie notti, sogni che non posso definire certo riposanti.

Due notti fa stavo cercando di estrarre qualcosa dalla bocca di chi qui non ha ancora etichetta. Nulla di incomprensibile, dopotutto: è la mia proiezione di ciò che vorrei accadesse. Un po' meno silenzio e più condivisione. Ma so che non è il momento, perché siamo entrambi in vacanza. Almeno credo. Ad ogni modo stavo estraendo qualcosa di grande e sporco, che aveva le sembianze di una foglia di sottobosco umida e incrostata di terriccio. Ci sono argomenti, ultimamente, di cui so gli costerebbe parlare. Ma me ne ha accennato, mi ha accennato di come lo fanno stare, e questo è qualcosa di nuovo, a tutti gli effetti. 

Stanotte invece ho sognato che un amico perdeva un pollice. Era una situazione strana per cui ci arrampicavamo su delle rocce per sfuggire da una trappola, o qualcosa del genere. È la classica eventualità che nel plot di un film d'azione farebbe pensare allo spettatore "ma non ne avevano già passate abbastanza questi? Pure il dito mozzato?". Tranquillizzavo sua moglie in lacrime e continuavo ad arrampicarmi.

E ora mi sento frastornata. La faccio, la colazione, non preoccupatevi (ma con chi parlo, di nuovo? Chiamatemi Giovanna d'Arco).



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